da una sola persona, e oltre un quinto da due persone. Quanto all'agricoltura, dei 22.856 ettari che formano il territorio dei ~inque comuni della valle, già nel 1923 la parte coltivat,a non superava i · 100 ettari, ed ora è ridotta a 17, cioè a qualche campo di patate e ai minuscoli orti ricavati nel terreno adiacente alle abitazioni. L1 a frutticoltura, un tempo florida, è praticamente scomparsa, per cui l'attività principale resta l'allevamento del bestiame: anch'esso in netta decadenza, però, giacchè il peso vivo degli animali, che era di 10.000 quintali nel 1868, ora è al di sotto dei 4.000. Enormemente diminuita appare a11chela produzione foraggiera, tanto che più di 2.000 quintali di fieno vengono adesso acquistati fuori della valle. Anche qui le previsioni sono per una larga espansione dell'economia fores~ale, per il momento ancora modesta, anche per l'irrazionale sfruttamento del passato. La valle non ha industria di alcuna sorta, nè artigianato. C'è una modesta attività alberghiera, otto esercizi, con una caplacità complessiva di 164 letti, e 1.800 presenze annue. Sono state accertate anche 3.800 presenze in abitazioni private, ma si tratta per la quasi totalità di oriundi de_!luogo che vengono a passare le vacanze estive in case proprie o di congiunti. La zo11adispone soltanto di scuole elementari, in genere con pluriclassi affidate ad un solo insegnante. Le scuole professionali più vicine si trovano a Varallo, ma ben pochi sono i valligiani che riescono a frequentarle. Il servizio sanitario per i cinque comuni è costituito da un ·medico e da una levatrice. La Camera di commercio che ha raccolto queste notizie, deplor~, com'è consuetudine, il fenomeno dell'esodo montano, e sostiene che esso potrebbe essere fermato con la costruzione di nuove strade e un vigoroso sviluppo turistico.• Questa è, del resto, la soluzione che viene comunemente propugnata per l'intera Valsesia, -che si vorrebbe in breve tempo trasformata in un'altra Val d'Aosta. I fautori di tale soluzione - e in primo luogo il Consiglio della Valle, che ha a capo l'on. Piastore - pensano che la condizione principale dell'auspicato sviluppo (che-varrebbe anche a compensare ,l'in.. fiacchimento crescente delle attività industriali valsesiane) debba essere un forte intervento statale chè fornisca la zona di una rete· stradale moderna e degli altri impianti e attrezzature di pubblica utilità oggi indispensabili ad una regione turistica. Il tema, ovviamente, n.on interessa la sola Valsesia, ma varie altre contrade di montagna che sono ritenute suscettibili di sviluppo [78] Bibloteca Gino Bianco
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