Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

avuto un'accelerazione impressionante nel quinquennio 1931-36, con una inedia di 3S0 persone all'anno. Altri valligiani, in numero per ora imprecisato, risultano essersi allontanati dalla valle negli ultimi anni, sicchè la popolazio11e dei cinque paesi, nonostante la recente immigrazione di un piccolo gruppo di famiglie venete e meridionali, è ulteriormente diminuita rispetto al 19S1. I d,ati della distribuzione della popolazio11e attiva per settori economicj mostrano che l'esodo rurale non ha riguardato soltanto gli emigrati, ma anche parecchi dei rimasti; nel senso che molti di essi negli ultimi lustri sono passati dall'agricoltura ad attività non agricole. Inf~tti, delle 1749 per.- sone registrate come attive all'epoca dell'ultimo censimento demografico, solo 266, tra uomini e donne, risultavano occupate nell'agricoltura e nella silvicoltura, mentre ben 816 risultavano impiegate nell'industria e nell'artigianato, 328 nell'attività alberghiera, 212 nel commercio, credito e assict1razioni, 60 nei trasporti e nelle comunicazioni, e infine 67 nella pubblica amministrazione. Una composizione, insomma, che molte cittadine italiane avrebbero ragione di invidiare. L'agricoltura è in realtà avviata ad un declino inarrestabile, ridotta com'e già oggi a pochi orticelli; e altrettanto è a dirsi per l'allevamento del bestiame, come attesta il confronto tra i 1173 quintali di peso vivo del 19S4 e i 4.284 del 1881. I boschi, per contro, si sono gr~datamente estesi fino a coprire più del 40 per cento del territorio dei cinque paesi, e continueranno sicuramente ad avanzare in avvenire. Gli anziani, ricordando quando si tagliava il fieno fin quasi sotto la cresta dei monti, amano dire che << in 50 anni ci saranno di nuovo i lupi, in alto>>. Quanto alle 816 persone occupate nell'industria e nell'artigianato, va subito detto che quest'ultima attività contribuisce al totale in misura quasi irrilevante. Un tempo esistevano nella zona otto molini, un maglificio ed una sfilacciatura. Chiusi questi, la sola industria locale che sia riuscita a sopravvivere e a svilupparsi è quella per l'estrazione della sienite, alla quale si procede attualmente in dodici cave, l'ultima delle quali e stata aperta dafla ' Montecatini. È però un'attività che soffre lunghi periodi di sospensione, quando le condizioni climatiche si fanno proibitive, e nel complesso ~ppare sempre meno gradita ai lavoratori locali. Il grosso degli operai industriali presta la sua opera nelle fabbriche della bassa v,alle (dove, per quanto riguarda il settore tessile, è in corso un pro- [75] Bibloteca Gino Bianco

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