Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

* * * Per la sua complessa struttura geografica, economica e sociale, la provincia di Vercelli offre, sotto l' as•pettodell'esodo rurale, un quadro estremamente vario. Tre zone, ass,aidiverse tra di loro, e con interessi non sempre facilmente armonizzabili, concorrono a formare una ripartizione amministrativa che, secondo una recente valutazione, è superata soltanto da Milano nella graduatoria dei redditi delle provincie italiane. La zona di pianura, e cioè il Vercellese propriamente detto, è tutta una compatta distesa di risaie, con l'eccezione di alcune strisce di territorio prossimo alle prime colline biellesi e valsesiane. Qui, a differenza dei co11tigui Novarese e Lomellina, la produzione del riso sovrasta di gran lunga le altre attività agricole, tipiche di tutta questa parte della Valle Padana: produzione di foraggi, allevamer1to del bestiame da car11e, produzione lattiero-casearia, pioppicoltura. Non per niente la città di Vercelli ama attribuirsi, non solo nei discorsi domenicali ad uso interno, ma anche con appositi appariscenti cartelli stradali, il titolo di << centro europeo del riso». La superficie dell'intera pianura vercellese si aggira intorno ai 100.000 ettari. Di essi, 80.000 appartengono a 2.202 aziende (di ampiezza varia11te da 10 ,ad oltre 500 ettari) che impiegano mano d'opera retribuita. I restanti 30.000 ettari sono distribuiti tra più di 16.000 aziende a conduzione diretta. La preponderanza dell'azienda media e grande, di tipo capitalistico, è qui, dunque, nettissima. Saldamente al timone dell'economia ~gricola vercellese, e con un peso non trascurabile anche nel più vasto ambito della risicoltura padana, è essa che in larghissima misura decide delle sorti della popolazione rurale locale. Trentamila persone tra uomini e donne sono stabilmente legate ad essa, come salariati fissi o come braccianti. Altri 18-2~.000 lavoratori forestieri, prevalentemente donne, vengono ogni anno ingaggiati, al tempo della campagna risicola, per le operazioni di monda e trapianto, e, più tardi, di raccolta del prodotto. E, tuttavia, proprio il vigoroso sviluppo agricolo di questa plaga ha in sè le ragioni di un vasto movimento di sfollamentodelle campagne. La risicoltura è, tra le nostre attività agricole, una di quelle che più ha s.aputo giovarsi dei progressi della tecnica in genere, e della meccanizzazione in particolare; e che più è in grado di giovarsene anche in futuro: a ciò la predispongono sia la natura del terreno e il tipo di ciclo [71] I Bibloteca Gino Bianco

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