Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

\ DOCUMENTIE INCHIESTE Il Piemònte e l'esodo rurale I Tra il censimento generale del 1936 e quello del 1951, tre provincie piemontesi, tutte a economia prevalentemente agricola, hanno avuto un decrescimento di popolazione: Cuneo del 4 per cento, Asti dell'8,6, Alessandria del 3,2 per cento. Nelle altre tre provincie, che racchiudono le zo11e industriali e commerciali più importanti della regione, la popolazione nello stesso periodo è aumentata: in quella di Novara del 9,5 per cento, di quasi il 9 e del 3,8 rispettivamente nelle circoscrizioni di Torino e di Vercelli. Già queste •cifre lasciano arguire l'esistenza di un importante movimento di ridistribuzione demografica all'interno del Piemonte. Un movimento ,che, ovviamente, non si sviluppa soltanto da provincia a provi11-- cia, bensì - e per una parte rilevante - da zona a zona di una stessa provincia; nè si arresta ai confini della regione, giacchè ne sono protagoniste anche popolazioni di altre regioni d'Italia, e inoltre, in misura non indìfferente, vi sono coinvolti paesi stranieri. L'esodo rurale, che è 1~ sostanza sociale ed economica di questo processo, ha qui origini che risalgono alquanto indietro nel tempo, essendo stato il Piemonte tra le prime zone d'Italia ad aprirsi 1alla rivoluzione industriale e alle molteplici trasformazioni che l'hanno accompagnata. Ciononostante, non solo il fenomeno, nei suoi dati di fatto, è sconosciuto ad l1na buona parte dei piemontesi, ma, quel che è peggio, si sono diffusi molti pregiudizi che sarà duro a questo punto distruggere. Da parte nostra cercheremo di individuare i tratti principali del f enomeno attraverso l'esplorazione sommaria di alcune situazioni, per passare quindi a qualche consider,azionee giudizio di carattere generale. (70] Bibloteca Gino Bianco

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