Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

sempre più qualificato, sul piano nazionale, dal punto di vista politico; cosi come esigeva un foglio che fosse sempre più identificabile con le nostre battaglie, con la nostra concezione_ del liberalismo. La preoccupazione era a sua volta dettata, oltre che dallo stesso sentimento, dalle vicende del liberalismo italiano (svolta malagodiana) e da quelle della stampa napoletana (concorrenza da parte di fogli meno nobili, ma assai più forti economicamente; passivi, ma capaci di iscrivere questo passivo l'uno sul conto del Banco di Napoli, l'altro fra i costi elettorali del !aurismo). Ora, quasi tre anni dopo quella nota, dobbiamo constatare che Il Giornale) scomparendo, lascia dietro di sè il buio; e che la stia scomparsa è stata dovuta proprio al verificarsi delle condizioni che costituivano l'oggetto della nostra preoccupazione di allora. Ecco i fatti, in base a quanto ci è stato possibile ricostruire. La perdita era passata, sembra, nell'ultimo anno ad oltre 18 milioni al mese. Per molti anni essa era stata contenuta sui 5 o 6 milioni mensili, interamente sostenuta dalla Banca di Calabria. Poi il deficit, circa due anni or sono, è cresciuto a quasi 12 milioni: rafforzatasi la concorrenza, occorreva farle fronte puntando risolutamente sulla qualità; e invece Il Giornale denunciava un certo accomo- ·damento alla routine., si affidava per i commenti politici soltanto al dilettantismo noioso dello Spaini, si manteneva costantemente al di fuori delle polemiche, non assolveva a una funzione che pure gli spettava di diritto, di selezionare e promuovere nuovi quadri e nuove firme; così cedeva terreno e il deficit raddoppiava. Interveniva allora, a fianco della Banca di Calabria, l'Italcementi: il passivo sarebbe stato sostenuto per metà dalla Banca, per l'altra metà dal monopolio bergamasco che fa capo all'ing. Pesenti. l\fa il passivo è salito a 18 milioni. E non sembra d'altra parte che l'Italcementi trovasse le sperate contropartite al suo intervento finanziario, nè da parte dell'on. Cortese, ministro assai vicino agli ambienti del Giornale., nè da parte del Giornale stesso. L'onere per il Giornale d'Italia e per altri fogli confindu• :Striali è già abbastanza forte; Il Giornale nè accennava a riprendersi, nè rappresentava uno di quegli investimenti a fondo perduto che assicurano precise e stabili contropartite politiche; pertanto l'ltalcementi si è ritirata, altri (elettrici, chimici, ecc.), sollecitati, si sono alla fine rifiutati di intervenire, la Bap.ca di Calabrìa non poteva sostenere un 011ere superiore ai 6 milionì mensili: usciti i liberali dal governo, ritirati i finanziamenti del Giornale., spenta la sola voce che a Napoli avesse un timbro decoroso. Questa la triste cronaca degli ulti1ni giorni del Giornale; una cronaca non molto originale, simile a quella di tante altre iniziative giornalistiche nel nostro paese, e che però invita ancora una volta a meditare sulla realtà del giornalismo italiano, su quei temi che Nord e Sud ha più volte messo in evidenza. La vicenda è tanto più triste, in quanto riflette, accanto ai mali strutturali del giornalismo in Italia, l'amarezza delle occasioni perdute: Il Giornale era vivo da I 3 anni e poteva diventare un foglio di considerevole pre- [68] Bibloteca Gino Bianco

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