Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

, cato dalle stazioni appaltanti con approssimazio11e e sanza nessuna scrup·o. Iosa indagine sui metodi di lavoro e sulla organizzazione della azienda. Una volta poi ottenuti tali versamenti suppletivi l'INAM si guarda bene dall'indagare se essi sono dovµti ad omissioni di giornate paga o a differenze salariali; e nel caso che non vi sia dubbio alcuno che essi vadano fmputati a differenze salariali non ci risulta nel modo più assoluto che provveda a integrare gli assegni di malattia a quegli operai che hanno avuto liquidati gli assegni stessi prima dei versamenti suppletivi e che avrebbero qui11di diritto al conguaglio. Non è tutto questo antigiuridico, antisociale e immorale? Fatte queste premesse, si consideri l'ambiente degli operatori economici meridionali. Privi costor·o, nella stragrande maggioranza, di impiegati cf1e conoscano le molte e confuse leggi sul lavoro; infastiditi dai mille adempimenti tenuti nelle numerosissime leggi e nelle infinite circolari emanate dal Governo e dagli Enti minori; adusi, non p·ochi di essi, alle evasioni, e timidi fino alla viltà se si accorgano di essere scoperti; inclini a sistemare presto e male le pendenze senza vederci chiaro, pur di toglierle di mezzo; ostili per principio a tutto quello che in favore della collettività lo Stato organizza e predispone, considerato come una trovata di furbi per succhiare il sangue della gente laboriosa. In questo ambiente operano senza controllo, con personale in parte raccogliticcio, spesso ignorante, INAIL, INPS, INAl\,f tra di loro in perfetto disaccordo, senza nessun coordinamento, talvolta al di fuori e al di sopra delle leggi vigenti, imperfette, lacunose e in qualche caso integrate ancora da contratti collettivi corporativi (è il caso dell'INAM che, per giustificare l'azione di rivalsa, non prevista dalla legge istitutiva del 1943 che attende ancora il regolamento, ha fatto ricorso e con successo al contratto collettivo nazionale corporativo 9 gennaio 1939 per la disciplina del trattamento m11tualistico di malattia degli operai dell'industria). Chi di tutto questo soffre è il lavoratore subordinato e naturalmente l'imprenditore dotato di capacità e onestà. Il primo, malgrado l'automatismo delle prestazioni, viene ingiustamente frodato troppo spesso col misconoscimento dei suoi diritti; e stancato dalle lungaggini di una scadente e pretenziosa burocrazia. Il secondo si accorge di pagar troppo, lui che non è amante del rischio, in un mondo di concorrenti che, almeno in apparenza, pagano poco. Per giunta si trova confuso coi disonesti, discreditato 11ella categoria e va giù di morale convincendosi che non era destinato a fare l'imprenditore. Come dargli torto? Come proporgli di avere fiducia nel superiore 1\,Iinistero che, ahimè, cc studia » ancora e trova ostacolo, per la soluzione del piccolo problema della unificazione della vigilanza, in due insignifica11ti [62] Bibloteca Gino Bianco

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