Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

· lo stesso tipo di informazione unilater,aie, le stesse suggestioni esclamative. Quali siano, poi, le diverse conclusioni, è presto cl-etto.L'istanza revisionistica, che ha preso le mosse dalla denuncia di Krusciov e che non si è fer- · mata all'opera di Stalin, assume per Onofri una portata radicale e travolge l'intera concezione leninista, cui manca la possibilità di comprendere la nuova dinamica produttiva e che pales,a la propria estraneità alla situazione italiana. La soluzio11eavanzata da Onofri guarda verso un nuovo partito socialista ,cl1e << non sarà dunque un " Partito~, nel senso ormai tradizionale del termine, ma piuttosto una confederazion-e di organismi di varia origine e natura, la quale si andrà costruendo e articolando secondo le esigenze concrete di azione e di coordinam-ento di tutte le masse e di tutti gli uomini impegnati alla trasformazione socialista della società italiana». Non è dato ' di vedere chiaramente quale sia la portata che si vuole attribuire a tali affermazioni, nelle quali è ritrovabile l'influenza di posizioni lontane tra loro, quella generata dall'esperienza jugoslava e, più ancora, quella laburista. Quel che è certo, è l'abbandono di ogni premessa rigorosamente marxista e l'uso inconsueto dello stesso termine di socialista. Ha notato, acutamente, Valiani che la prospettiva di Onofri presenta v,ari punti di contatto con· quella che Carlo Roselli ebbe a tracciare per il movimento Giustizia e libertà. Quanto, però, della vigile e misurata coscienza del fonda tore del << so-· cialismo liberale» vi sia in Onofri, è troppo presto per dirlo. • Chè un altro e non trascurabile limite va rilevato nel suo libro. Si guardi, ad esempio, ai giudizi sulla politica estera americana, niente affatto ri-- veduti alla luce di un pur cosi totale mutamento di vedute, ed ancora legati ad una fastidiosa e parziale concezione dei rapporti internazionali. Ora, non si può restringere la critica ad uno o più settori soltanto, quando ad essa. si ,assegnaun ruolo ampiamente rinnovatore e la si inserisce in un tentativo 1 di indagine storica. A meno che non si preferisca ritenere che Onofri ha fatto il passo più lungo della gamba. * * Non la lucida intelligenza di alcuni problemi ed il rigore morale di Giolitti, dunque, non l'esperienza e la comprensione dei termini della lotta opera{a di Onofri, riescono a sottrarli a quell'ambigua caratterizzazione cui accennavamo. Per entrambi non si tratta soltanto di contraddizioni che insorgono, ma di nuovi problemi ai quali non possono far tardare le solu- [49] Bibloteca Gino Bianco

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