Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

parlare di « vie nazionali >> fino a quando esse non rappresenteranno ,che delle varianti tattiche da articolare nell'ambito del sistema sovietico; poichè non si tratta soltanto di veder.e il modo che i comunisti intendono seguire per conquistare il potere, ma l'uso che ne faranno a conquista avvenuta. L'accettazione permanente e non transitoria dei principi democratici - << dal1' habeas corpus alla divisione dei poteri, dalla lib.ertà di pensiero al suffragio universale>>, alla piena autonomia delle istanze politiche, sindacali, scientifiche - permette a Giolitti di superare quelle obiezioni: cosI che la richiesta di una via italiana ,al socialismo è sostanzialmente la rivendicazione di una indispensabile ed assoluta autonomia, e comporta il rifiuto della violenza com-emezzo per la conquista del potere. Le critiche mosse a Giolitti sul numero di maggio di Rinascita non riescono a dare alcuna nuova prospettiva di discussione, pur offrendo largo margine per un discorso sul metodo e sul costume propri del P.C.I., e dell'articolista in particolare. Rare volte, infatti, ci era accaduto di leggere una confut,azione cosI totalmente intessuta di semplici ritorsioni di singole frasi; di incontrare una ipocrisia tanto scoperta; di ritrovare cosi chiaramente quella che un giurista chiamerebbe la << destinazione anomala » cl.ellaattività intrapres~. Poichè Togliatti non mira tanto a discutere le tesi giolittiane, quanto a mettere in dubbio la buona fede del loro autore, eh-e viene presentato come succube delle suggestioni e delle disonestà anticomuniste ed in veste potenziale di traditore, mentre attraverso di lui si bolla il << vellei.. tarismo alla Pralognan » e l'insegnamento di Gide e di Goethe. M~ non v'è neppure un mediocre machiavellismo: la posizione di Togliatti si palesa quella di un ipocrita, cui il senso del pericolo nega ogni felicità della sua condizione. Vale, piuttosto, la pen,a di fermarsi a considerare quale valutazione a1 bbia dato Togliatti del giudizio di Giolitti sui fatti di Ungheria. Scrive Giolitti: << Respingiamo, in nome delle nostre convinzioni razionali e dei nostri ideali umani, il fanatismo cieco pronto a sacrificare gli uomini ad un socialismomitico, anzichè edificareper gli uomini un socialismoconcreto >>. Per Togliatti << tutta questa parte dello scritto di Giolitti e, oltre. tutto, a·na-- éronistica. V,ale come attestazione di uno smarrimento che ha una sua data, ma cui è già stato posto un limite dallo svolgersi stesso dei fatti >>; un atteggiamento soltanto sentimentale, dunque. Mentre, ribatte fermamente Giolitti, si tratta di << probl,emi che hanno prodotto prof onde lacerazioni e [46] Bibloteca Gino Bianco

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