Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

e della d-emocrazia politica>>, non si sottolinea soltanto l'inadeg~atezza della dottrina marxista per quel che riguarda la teoria dello Stato, ma si individua il limite dell'esperienz,a sovietica, rifiutandola come modello; così la distinzione tra i concetti di « egemonia » e di « dittatura » della classe operaia, ritrovabile in Gramsci, non obbedisce ad un intento sottilmente classificatorio, ma prelude all'affermazione che << il socialismo in un paese economicamente sviluppato e già retto da un ordinamento democratico non può concepirsi disgiunto dalla democrazia>>. Gramsci, attendendo a quella che Garosci chiama « la traduzione in linguaggio colto, idealistico, liberale... del marxismo nella fase leninista », fa leva sul concetto di << egemonia »; non altrim.enti Giolitti, nel momento in cui sente di dover maggiormente distinguere il suo pensiero da quello tradizionale. Il parallelo non implica una assimilazione qualitativa. Ma gli esiti verso i quali si muove Giolitti fanno supporr,e un interesse politico attuale che non può non comportare una revisione dello stesso concetto gramsciar10: la teoria dell'egemonia, cioè, non rimane limitata all'idea di una società regolat.a, che ripugna ad ogni libera coscienza, ma diviene il tramite per il quale istanze di tipo diverso, persino schiettamente liberali, trovano decisa espressione. Non sfugge la contraddittorietà e l'inoertezza di un simile teorizzare; che però non riesce a trovolgere anche la positiva affermazio11e politica che, sia pur.e allo stato di esigenza, si ritrova in quella • tesi. E, in verità, l'analisi giolittiana della· politica del P.C.I. è penetrante, mostrandone gli aspetti sterilmente eversivi - cosicchè le proclamate riforme di struttura appaiono << cartelloni pubblicitari per il sole dell'avveni• re, intorno ai quali si chiamano a raccolta le schiere che al momento buono dovranno dare l'assalto per poi creare sulle macerie il paradiso terrestre» - e sottolineandone la sostanziale disattenzione per la situazione economie~ i~aliana; cosi che l'azione della classe operaia ne risulta paralizzata o inefficace, non intendendosi che l'inserimento della stessa classe operaia nella novità del processo produttivo è condizione del definitivo successo della sua battaglia, Non può dunque stupire che la richiesta cl-ellavia italian,a al socialismo che scaturisce da tali premesse sia sostanzialmente diversa, oltre ogni analogia verbale, da quella del P.C.I. La« via italiana al socialis.mo >> prospettata dal P.C.I. giustifica l'obiezione secondo la quale sarà sempre vano sofi.sma [45] Bibloteca Gino Bianco

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