Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

\ sizioni di questa legge (consenso dei Comuni e delle Province, interventi dei Provveditorati alle Opere Pubbliche e dei Prefetti, deliberazioni di Giunta, ecc), proprio in un periodo (si era negli anni 1945 e '46) in cui non c'era tempo da perdere, nè da complicare le procedure. Ma bisogna salvare il principio che lo Stato non poteva eseguire a suo totale carico anche le opere di competenza degli Enti locali; nè a salvare questo principio bastav,a il fatto che i lavori si eseguivano anche~ e soprattutto, a sollievo della disoc- • cupaz1one. Altro esempio è quello della legge speciale per Napoli (del 9 aprile 1953, n. 297). Si può avere opinione contraria al.le leggi speciali, ma qua11do si viene nella determinazione di concederle, perchè se ne ravvisa la necessità e l'opportunità politica, bisogna farlo in modo che esse possano funzionare ·con piena efficienza. Occorre, perciò, dotarle di mezzi e di strumente adeguati. Ora la proposta di legge speciale per Napoli, votata in Consiglio Comunale, teneva conto di una particolare situazione della finanza del Comune, conseguenza di una grave carenza economica della città; per cui era stato proposto che l'onere finanziario del provvedimento_ legislativo a favore di Napoli cadesse a totale carico dello Stato, data l'impossibilità da parte del Comune di farvi fronte. Ebbene, di queste considerazioni obbiettive e realistiche non si tenne alcun conto, ed in sostanza si estesero a questa città le provvidenze della legge del 3 agosto 1949, n. 589, che prevede l'intervento dello Stato soltanto nel ,pagamento dei contributi à favore del Comune, che, a sua volta, si deve assumere l'obbligo dei mutui, con il conseguente impegno in bilancio delle rate a suo carico. Il risultato di questo provvedimento è stato quello di complicare le cose sul piano amministrativo (nè le complicazioni sono state ridotte dall'intervento della Cassa del Mezzogiorno che, per certi aspetti, le ha, anzi, rese più pesanti) e sul piano politico, creando interferenze e malumori: molte opere non si sono eseguite, altre si sono eseguite male, le finalità che i promotori della legge si proponevano sono state frustrate;· si è creato disagio e sfiducia nell'opinione pubblica che ha creduto, non sempre a torto, che tutto si era fatto e si stava facendo non nell'interesse della città, sibbene di questa o quella parte politica e che, pertanto, il pubblico denaro serviva solo ai partiti e non all'interesse generale. Si aggiunga che il disavanzo del bilancio comunale si è fa~o ogni anno più grave, lo Stato è dovuto intervenire lo stesso a colmare il <<deficit», tra il vivace ed edificante scambio di manifesti tra le op- [27] Bibloteca Gino Bianco

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