Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

so invece che non soltanto nell'Italia centro-settentrionale, a Cremona o a Lecco, ma anche nel Mezzogiorno, ~ Torre Annunziata o in ·un collegio provinciale di Napoli, la tendenza fosse stata rovesciata. Ma dopo le ele -- zioni sarde si direbbe invece che la tendenza di elettori meridionali gi à comunisti a vedere il socialismo come una prospettivla politica operant e e il coffiunismo come una realtà sclerotizzata, è ancora in atto: specialmente • quando il P.C.I. non riesce a nascondere la perdita di vecchi elettori, p ro .. letari, con l'acquisto di nuovi, sottoproletari. Ad interpretare le contraddittorie indicazioni fornite da tutte le recenti prove elettorali deve valere anche una considerazione che è stata svolta da Alberto Ronchey (Il Corriere della Sera): nella grandissima parte dei comuni in cui si è votato nella primavera del 1957 si trattava di . elezioni comunali e provinciali, che possono essere definite di « ballottag-- gio ». L'anno precedente non erano s~ti conseguiti ,cioè risultati tali d a co11sentire la formazione di maggioranze; le parti avevano <<impattato» , le giunte non erano risultate solo <<,difficili», ma difficilissime; di qui << la corsa degli elettori verso i partiti più forti>>, il timore che <<la dispersione dei voti potesse favorire la vittoria degli avversari», la natura degli incre - menti registrati dalla D.C., cui fanno riscontro gli incrementi registrati dal P.C.I. Ma ad interpretare poi più in particolare gli scambi di voti tra comunisti e socialisti può aiutare la distinzione assai acuta del Braga, avanzata ne Il comunismo fra gli itali.ani, fra elettori socialisti attualmente auto-- nomi, potenzialmente autonomi, paracomunisti di fatto. Socialisti attualmente autonomi sarebbero presumibilmente gran parte di quelli dislocat i nel « triangolo industriale »; potenzialmente autonomi anche parte di quelli dislocati nell'Italia meridionale e nelle Isole; paracomunisti soprattutto quelli dell'Italia centrale e nord-orientale. In quest'ultima zona i comunisti riuscirebbero a sfaldare e a richiamare una parte dell' elettor,ato socialista , quei paracomunisti che si allontanerebbero dal partito socialista a causa delle sue manifestazioni autonomistiche (e questo spiegherebbe Rimini e Jesi, oltre Cremona e La Spezia, poste ai confini del « triangolo industriale »). Laddove i risultati amministrativi del '56 e quelli delle elezioni sindacali dimostrerebbero che nelle zone più progredite politicamente e socialmente il P.C.I. non ha modo di mettere in difficoltà i socialisti. Tanto più significativo appare poi il fenomeno per il Mezzogiorno quando si rifletta non solo al fatto che il P.S.I. riesce a togliere voti ai comunisti nel [17] Bibloteca Gino Bianco

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