Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

gno nelle campagne che potrebbe fatalmente riuscire poco proficuo o addirittura velleitario. Quanto al secondo dei problemi che abbiamo indicati come i più importanti di questa vigilia elettorale, al problema cioè dei r~pporti interni 11elblocco delle sinistre, alla fluidità alla giuntura tra P.S.I. e P.C.I., come si è già accennato all'inizio, le elezioni amministrative del 1956 avevano fornito un'indicazione .chiara ed inequivoca .. I comunisti era11:oin perdita di velocità non soltanto nelle regioni centro-settentrionali (p,er le quali avevamo già rilevato il fenomeno dopo il 7 giugno del '53) ma anche in quelle meridionali. Il processo di promozione democratica si mostrava nel Mezzogiorno più veloce dello stesso processo di promozione proletaria del sottoproletariato urbano e contadino, ,arroccato fino al '48 su posizioni sanfediste. Le elezioni parziali del '57, invece, non hanno dato la stessa indicazione così assolutamente inequivoca. I casi di Cremona, di Lecco, di Torre Annunziata, sono parsi una smentita a queste speranze; e più tardi i risultati sardi sono parsi. una smentita alla smentita. Ora di tutte le elezioni parziali tenute quest'anno, quelle sarde, per omogeneità dell'area s·ucui si è svolta la consultazione elettorale, per la congiuntura politica che deve essere favorevole soprattutto alle forze di estrema sinistra (infatti la regione sarda era retta da due anni da un governo che ,aveva fatta l'apertura a destra), per il numero degli elettori chiamati a votare nello stesso giorno, sono certamente le più significative. E in Sardegna i comunisti hanno perso oltre ventimila voti, dei quali novemila sono stati guadagnati dal P.S.I. e qtiasi settemila dalla socialdemocrazia. È vero che i guadagni socialisti non rendono ragione di tutta la perdita comunista; ma è vero anche che essi rendono ragione di oltre i due terzi di essa. Può essere accaduto che il partito personale del .sindaco di Napoli sia riuscito a portar via qualche voto ai comunisti nelle zone di sottoproletariato (non è accaduto anche a Napoli nel 1956 ?); ma il fenomeno ha proporzioni troppo poco rilevanti perchè valga la ·pena di fermarcisi sopra. Nè d'altro canto si deve dimenticare che la D.C. soprattutto nelle campagne ha potenti strumenti clientelistici e può anch'essa recuperare qualche voto comunista. Il fatto macroscopico dal punto di vista politico resta perciò che lo scambio avviene tra ,comunisti e socialisti delle due confessioni: tale almeno, lo ripetiamo, era il senso delle regionali siciliane del 1955, delle amministrative del. 1956, a Milano come a Bari. All'inizio della primavera era µar-- [16] Bibloteca Gino Bianco

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