lo stesso giorno, la D.C. ha raggiunto solo il 39,6% dei voti; mantenendosi cioè del 5,7% al di sotto del suo livello generale del '48 negli insediamenti maggiori presi complessivamente. Chi ricordi che i comuni con più di 10 mila abitanti comprendono la maggior,anza dell'elettorato italiano si rende conto facilmente che, se anche la D.C. riuscisse a conseguire in tutto il paese, per i comuni minori, il medesimo più alto livello dei 99 comuni del '57, questo neppure basterebbe ad assicurarle la maggioranza ,assoluta. C'è, dunque, un assai minore !Ilordente della D.C. fra l'elettorato a più spiccate caratteristiche urbane, ed esso è più che sufficiente a correggere l'influenza prevalente esercitata dai democristiani nelle campagne.' Certo in una _visione a lunga scadenza questa considerazione deve essere tenuta come fondamentale, poichè non si può non collegarla alla realtà in atto di un crescente ed inarrestabile esodo rurale, che nel giro di un decennio potrebbe influire non poco sui r,apporti di forza ora prevalenti nell'elettorato italiano. Nei centri minori è norma l'emigrazione, in quelli maggiori l'immigrazione. In un primo tempo questo significa che il rapporto si sposta sempre più a favore della D.C. nei primi, sempre più a suo sfavore nei secondi: perchè, come ha giustamente osservato il Brag 1 a (Il Comunismo fra gli itali.ani, Comunità, 1957), nei grandi centri « avviene che gli elettori immigrati appartengo110 in maggior proporzione a giovani ed a ceti economicamente più deboli » ; di qui, evidentemente, un loro più facile « preorientamento ,a sinistra >>; e si tenga pure presente che, specialmente nell'Italia centrale, << certe amministrazioni rosse hanno favorito l'insediamento di elementi ideologicamente qualificati>> (Ravenna, per esempio; si vedano le considerazioni relative nello studio di Aldo Falivena sul Delta Padano, nel n. 31 di Nord e Sud). D'altra parte vi sono, e sempre più vi saranno, elementi che, inurbati senza essere << preorientati a sinistra», si di-' slocano politicamente proprio per effetto della loro disloeiazione territoriale e professionale: il che lascia prevedere che alla lunga potrebbe anche considerevolmente assottigliarsi il margine di prevalenza complessiva della D.C. sulle altre forze ,politiche, al tempo stesso che si spost,a ulteriormente il rapporto percentuale fra elettorato degli insediamenti maggiori (oggi il . 54'% circa) ed elettorato deglj insediamenti minori (46% circa). Ma comunque ciò sia tenendo d'occhio il 1958 le conclusioni non possono essere che quelle già dette; e semmai si può assortirle della riflessione che a tutti i partiti converrebbe concentr,are la lotta nelle città, tralasciando un impe-- . [15] Bibloteca Gino Bianco
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