CARLO LAURENZI: Due anni a Roma, Neri Pozza, \ 1enezia, 1957. Per coloro che oggi sono sui sessant' anni, l'immagine più fedele e colorita dell'Italia politica, accademica, letteraria e mondana del primo dopoguerra resta racchiusa nelle notazioni e negli << incontri » di un grande dilettante, di un amabile e stucchevole cortigiano delle nostre lettere: l'Ojetti di Cose viste, di I nani tra le colonne, dei postumi Taccuini. Questo secondo dopoguerra non ha avuto, al contrario, un interprete ufficiale sul piano del costume (e nessuno se ne lamenta); ma la schiera dei memorialisti, dei diaristi amari o burleschi, dei caustici e polemici bozzettisti, degli autori di profili << illustri e meschini », degli arguti vignettisti è più che mai folta ed alacre. Il manierismo al quale la maggior parte dei professionisti del << costume » nostrano si riallaccia è, tuttavia, di tal natura da privare i loro scritti di ogni validità che superi il divertimento di un minuto, la modica soddisfazione che dà una battuta felice: e intendiamo sopratutto riferirci al vivaio di << moralisti » che sosta ancora all'ombra di Longanesi. Essi vivono di rendita sulla vecchia poetica degli Almanacchi di Strapaese, del Selvaggio e del1'/ taliano; che spesso accoppiano ad una RECENSIONI pretesa di anticonformismo a tutti i costi: ieri contro il fascismo (ma con prudenza), oggi contro la democrazia. Se si guarda a sinistra, il panorama è sensibilmente più squallido: sul piano dell'umorismo, da noi le sinistre non sono andate n1ai al di là delle vignette del Contemporaneo e del qualunquismo protestatario di Fo, Marchesi e Durano. . Soltanto in alcuni pochi scrittori italiani (in Branca ti, in Flaiano ), l'esercizio dell'ironia ha il potere di rivelarsi non come un gioco fittizio, ma come il frutto di una coscienza veramente pensosa; anche il bozzetto, la battuta, la fatua e provvisoria << sentenza » recano allora l' impressione di un respiro più vasto, di una moralità compìessa e non occasionale. Ma si tratta, come si sa, di due tra gli scrittori più notevoli di questo dopoguerra. Il caso di Carlo Laurenzi (di cui l' edi-- tore Neri Pozza ha ora pubblicato, col titolo Due ann,: a Roma, una raccolta di articoli e << colonnine » del Mondo e del Corr,:ere della Sera, datati dalla fine del '53 ai primi mesi del '56) è diverso. A differenza di Brancati e di Flaiano, Laurenzi non è mai stato un narra tor e di racconti o di romanzi. E' soltanto uno scrittore di costume; o, meglio, un annotatore scarno, a volte asmatico, sempre controllatissimo, esente, nella scrittura, da qualsia-- [119] Bibloteca Gino Bianco
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