Nord e Sud - anno IV - n. 34 - settembre 1957

elettorali che si sono tenute dopo il '53, dur;ante il corso di questa Legislatura che volge ormai alla fine. Ma se questi sono i problemi, c'è e quale è il dato fondamentale della più recente storia elettorale italiana dal '46 ad oggi? A nostro giudizio un dato del genere esiste ed è la fiuidità alle giunture tra le varie forze politiche. Fluidità che è un fenomeno assai più complesso di quello che si veri- .. fi-caad esempio in paesi nei quali vi sono due partiti: in Inghilterra o negli Stati Uniti, infatti, i partiti politici hanno una sola zona di confine tra di loro, ed è il confine al centro; e questo fatto spiega, insieme ad altri di pari· o maggiore importanza, la tendenza alla centrizzazione della lotta politica. In Italia, invece, ogni partito, tranne quello comunista, ha ,almeno due confini; e ciò spiega (anche qui insieme ad altri fattori) che la lotta pol1itica sia tesa tra una tendenza centripeta ed una centrifuga. Questa fluidità alle giunture ci sembrò di poter indicare nelle conclusioni della nostra Geografia delle elezioni italz·a1iedal 1946 al 1953 (Bologna, Il Mulino, 1954), rilevando il continuo scambio di voti tra la D·.C. da un lato e i µartiti di centro (specialmente nel Nord, e per una percentuale r~latiivamente bassa) e della destra (specialmente nel Sud, e per una percentuale - relativamente alta) dall'altro lato; e rilevando altres1 che, soprattutto nelle regioni settentrionali, se la situazione politica fosse rimasta stabile e quella economica avesse conservato un certo ritmo d'espansione, c'era da ritenere che i rapporti di forza all'interno del blocco delle sinistre, alla giuntura cioè tra P.S.I. e P.C.I., si sarebbero rimessi in movimento, anzitutto sul piano di una concorrenz,a elettorale fra i due par~iti. Le elezioni amministrative del 27 maggio 1956 avevano in qualche modo confermato che gli spostamenti avvenivano secondo la tendenza indicata: poichè sulla destra dello schier,amento politico si era ver·ificata una restituzione di voti da parte dei monarchici e dei fascisti alla D.C.; sul centro un passaggio di voti (di minore entità, beninteso, ma pur esso significativo) dalla D.C. verso liberali e socialdemocratici; e all'interno della sinistra, mentre il P.C.I. perdeva voti, il P.S.I. ne guadagnava. Ed anzi lo spostamento nell'am·bito delle sinistre era assai interessante, poichè si aveva la prova, nelle elezioni provinciali, di un netto pronunciamento antifrontista di una parte dell'elettorato socialista, che, innanzi alle candidature comuni P.C.I.-P.S.I., ritrovava le vie della socialdemocrazia. Si potè dire che quei risultati erano tra i più ·positivi che si fossero mai avuti in Italia [9] Bibloteca Gino Bianco

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