Nord e Sud - anno IV - n. 33 - agosto 1957

La politica dei lavori -pubblici ' di Ferdinando Isabella I Ogni qualvoita si presentano la necessità e l'urgenza di provvedere al1' esecuzione di un <<piano» d'investimenti in un qualsiasi settore di opere pubbliche nel nostro Paese, si presenta nello stesso tempo il problema di servirsi o meno, per la realizzazione del « piano » della esistente organizrzazione tecnico-amministrativa: .che è quella del Ministero dei Lavori Pubblici. In questi ultimi anni si è, generalmente, preferito ricorrere alla costituzione di nuovi organismi, come è avve11uto- per citare solo gli esempi più noti - in occasione del « piano per incrementare l'occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori» (meglio conosciuto come piano INA~Casa); e in occasione del « piano per l'esecuzione di opere straordinarie di pu·bblico interesse nell'Italia Meridionale» (Cassa per il Mezzogiorno). Noi stessi a1 bbiamo proposto l'istituzione dell'Ente- ,,... Scuola, per la realizzazione di un <<piano» di costruzione di 100 mila aule in 10 anni. La tendenza a sottrarre questi programmi organici di opere pt1bbliche al competente Ministero ha dato luogo a vivaci ed approfondite critiche'.' sostenute da ragioni -di notevole rilievo, e non soltanto da parte degli or- · gani interessati. Esse hanno trovato autorevole e documentata sede in un volume dell'on. Giuseppe Romita - Politica dei Lavori Pubblici. Roma, dicembre 195~- ancor' oggi di viva attualità. . Si è affermata giustamente la necessità di una politica unitaria del Mi11isterodei Lavori Pubblici; si è detto che non può ammettersi che l'intervento dello Stato, richiesto in maniera sempre più estesa ed operante, sia attuato in modo frammentario e disordinato e che, pertanto, « l'idea di poter realizzare opere pubbliche attraverso una serie di organi non coor- [7] Biblo eca Gino Bianco

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