di età (oltre i 65 anni) che noi inizialmente, per semplificare l'analisi, .ave- . vamo escluso dalla considerazione delle forze di lavoro. Elaborando i dati forniti dall'Inchiesta P.arlamentare, dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e dall'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda, si può ricavare il seguente quadro: a) Ultrassesslantacinquenni occupati: 700.000; b) Pensionati sociali (quindi al di sopra di 60 anni; 55 anni, se donne), fruenti di pensioni superiori al minimo di legge, occupati: 300.000; e) Pensionati sociali, fruenti di pensioni inferiori al minimo di legge, occupati: 300.000 - (28 ) ( contro - abbiamo visto - 800.000 giovani disoccupati). Ora, se è vero che l'invecchiamento della popolazione pone problemi nuovi di distribuzione, per l'aumento degli anziani improduttivi, o, viceversa, problemi di declassamento della produttività, dell'iniziativa e della vitalità in genere, per il prolungamento della vita lavorativa (29 ), non è men vero che questo elevato numero di lavoratori ultra-sessantenni pesa in modo determinante sul nostro apparato produttivo. Si comprende, così, come i settori interessati, i rappresentanti sindacali dei giovani lavoratori, per altro d'accordo con la Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda, abbiano recentemente chiesto una adeguata politica di previdenza sociale, ed in particolare la eliminazione delle disposizioni legislative che favoriscono il permanere degli a11ziani ai posti di lavoro, anche quando è maturato il diritto ,alla pensione; e correlativamente, un aumento del livello delle pensioni stesse, in particolare di quelle che sono al di sotto del minimo vitale. Considerando poi che il prolungamento del1·attività lavorativa risulta verificarsi soprattutto (per oltre il 75 % dei casi) nel Settentrione e nel settore agricolo, appare chiaro come queste stesse mi- ( 28 ) Le cifre riportate sono approssimative e indicative. Nel primo dato, fornito da statistiche ufficiali, sono compresi anche coloro che esercitano mansioni direttive, per una percentuale per altro presumibilmente esigua. Gli altri dati sono calcolati principalmente in base alle rilevazioni dell'INPS; per un esame dettagliato, cfr. Maria Garzaroli, Statist1:che dei pensionati dell'l.N.P.S. che continuano a lavorare - Previdenza Sociale, n. 5, Settembre-Ottobre 1956, I.N.P.S. - Ron1a. ( 29 ) Ved. Antonino Occhiuto, Invecchiamento della popolazione italiana e cause che lo determinano, Previdenza Sociale, n. 3 - Maggio-Giugno 1956, I.N.P.S., Roma. [78] Bibloteca Gino Bianco
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