Nord e Sud - anno IV - n. 33 - agosto 1957

dovuta ad una necessità di scelta immediata, imposta dalla scarsezza globale delle o~casioni di lavoro. Ora, mentre tale scarsezza è problema che interessa la politica del pieno impiego e la disoccupazione in genere, e pertanto esula dai limiti del presente studio, la sc,arsezza delle nuove assunzioni, dovuta, in particolare, al mancato ricambio dello apparato produttivo, è problema che interessa direttamente la disoccupazione giovanile. Crediamo, cioè, che, pur nell'attuale fase di occupazione stagnante, la peculiare gravità della disoccupazione giovanile in Italia debba attribuirsi, in buona parte, proprio al lento meccanismo di ricambio delle maestranze occupate; riteniamo, cioè, che la radice principale del fenomeno risieda nella stasi dell'apparato produttivo italiano e nel suo progressivo invecchiamento; a giustificare il quale non basta il generale invecchiamento della popolazione a cui inizialmente abbiamo fatto cenno. 8. - Lo scarso ricambio che caratterizza il nostro apparato produttivo è documentato da'ue indagini condotte negli anni scorsi dall'Istituto di Studi di Economia nel settore specificatamente industriale. Risulta che l'età media tra gli operai delle nostre industrie supera i 40 anni; e che inoltre i giovani di età inferiore ai 25 ,anni rappresentano solo il 9 % degli occupati, mentre gli stessi giovani - abbiamo visto - rappresentano approssimativamente un quarto dell'intera popolazione in età produttiva. L'elevata età delle nostre maestr,anze, mentre è - come vedremo - una conseguenza della loro scarsa mobilità, e dello scarso ricambio del nostro apparato produttivo, ne è a sua volta anche una caus,a; giacché, come risulta dagli studi del Beveridge (2 2 ), il fenomeno della mobilità interindustriale cd interaziendale si verifica soprattutto presso i giovani; mentre gli operai .anziani, una volta perduto il lavoro, quando non ottengano la pensioné, tendono a diventare disoccupati cronici. Procedendo quindi ad una analisi del nostro apparato produttivo da un punto di vista non piu statico, ma dinamico, risulta che il tasso percentuale di ri~ambio nell'industria italiana è estremamente basso: Ammis- ( 22 ) W. H. Beveridge, Relazione sull'impiego integrale del lavoro in una società libera, Torino, 1948. [74] Bibliotecaqinobianco

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