sino a raggiungere limiti allarmanti: questo, pur tene11dosi conto, accanto all'indice dato dal graduale passaggio delle classi inferiori alle classi superiori, delle varianti possibili (tasso di natalità, tasso di mortalità, flusso emigratorio ed immigratorio) (4 ). Ora, avendo presente che le forze di lavoro sono costituite in massima parte dal secondo gruppo di età indicato (tra i 15 ed i 65 anni), trascurando, cioè, per un ,attimo, la partecipazione marginale ad esse dei restanti gruppi di età, si può dunque constatare che al fenomeno indicato corrisponde l'aumento delle nostre forze di lavoro, in misura maggiore dell'aumento della popolazione intera, ed il graduale prevalere in esse delle classi anziane sulle classi giovanili. Si può, cioè, constatare che all'invecchiamento della popolazione corrisponde l'invecchiamento del nostro, attuale o potenziale, apparato produttivo, che va sotto il nome di << forze del lavoro». Per queste ragioni si pone l'esigenza di studiare i problemi del lavoro << non solo sotto l'aspetto quantitativo dell'aumento delle forze di lavoro disponibili, ma ,anche sotto l'aspetto qualitativo dei dislivelli esistenti tra le successive classi di età >> ( 5 ). Vedremo poi che in Italia l'invecchiamento della popolazione attiva è ancora maggiore dell'invecchiamento della popolazione intera; e ne esamineremo le cause economiche e sociali. 2. - Prima di passare ad esami11are più da vicino la struttura ed il ricambio all'interno delle forze del lavoro (gruppo intermedio di età: dai 15 ai 65 anni), per quel che riguarda gli altri gruppi di età indicati va fatta tuttavia una constatazione preliminare (che assume la sua piena luce se si paragona la situazione italiana con la situazione di altri paesi): nonostante la pressione di una massa sempre crescente di popolazione potenzialmente attiva, l'Italia vanta un singolare primato 11ell'impiego sia di minori tra i 14 ed i 15 anni, sia - come vedremo poi - di lavoratori al di sopra dei 65. ( 4 ) Va tenuto presente che, dopo il ritmo oscillatorio del periodo prebellico e postbellico, il tasso di natalità continuerà prevedibilmente a diminuire; ma diminuirà ancor più il tasso di n1ortalità, soprattutto della mortalità per vecchiaia, fino a limiti fisiologici; l'emigrazione, d'altra parte, incide prevalentemente sulle classi giovanili. ( 5 ) Stefano Somogyi, Previsioni demografiche sulle forze di lavoro per i·l 1960 (Conclusione). Atti del Convegno ... [59] Bibloteca Gino Bianco
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