di ricambio per veicoli e motori, oggetti utensili ecc.). Altre invece rimasero e, aggiornanqo col tempo i loro impianti, si trasformarono in vere industrie moderne, delle quali alcune assunsero notevole importanza. I principali prodotti industriali dell'Eritrea sono oggi: la forza elettrica, la birra, i fiammiferi, la carne in scatola, la farina di pesce, i bottoni (di madreperla e di fibra di palma dum), la carne congelata, le ceramiche e terraglie. Essi, oltre a saturare il fabbisogno locale, vengono in parte esportati per cifre che raggiungono, per i bottoni, la carne in scatola, la farina di pesce e la carne congelata, valori vicini al milione di dollari etiopici all'anno (circa 250.000.000 di lire italiane). In forma industriale sono organizzate alcune imprese nel campo dei trasporti. Esse ebbero grande sviluppo dopo la guerra, anche per la situazione geografica dell'Eritrea, che è paese di transito verso l'Etiopia e il Sudan. Oggi permane l'importanza della branca, ma essa è ferreamente limitata dalle norme che proteggono i trasporti ferroviari, per cui, sulle direttrici della linea ferrata, 1\fassaua-Asmara-Agordat, che coincidono poi con le principali arterie commerciali del paese, i prezzi degli autotraspo~ti, che sarebbero inferiori a quelli della ferrovia, sono artificialmente elevati da una tassa per la concessione di permessi di trasporto, e quindi si adegua la tariffa chilometrica a quella della ferrovia. 5. - La tariffa doganale oggi vigente 1n Eritrea colpisce con dazi elevatissimi qualsiasi merce entri nel territorio e un notevole numero di merci che ne escono. Non soltanto la tariffa è elevata in modo eccessiv<\.,ma la sua applicazione è spesso attuata arbitrariamente dai funzionari doganali senza sistemi tecnici, in base ad una stima approssimata. Un fiasco di vino italiano da due litri, che costa in Italia pressappoco 550 lire, costa in Asmara 14 dollari etiopici, cioè 3.500 lire; un chilo di pasta importata costa circa 600 lire. Questi esempi sintomatici danno una idea della situazione del mercato al minuto dei generi importati. Oggetti di abbigliamento, articoli casalinghi, stoffe, scarpe, benzina, liquori e vini di qualsiasi provenienza, articoli di profumeria, gomme per auto, tutto è colpito da elevatissimi dazi doganali e costa in media dal 100 al 150 per cento in più di quanto costi in Italia. Per alcuni dei generi nominati esi~tono dei surrogati, in genere di cattiva qualità (come per il vino), prodotti localmente. Ma gli altri, che sono quasi la totalità, sono importati ed hanno prezzi elevatissimj. Il mercato quindi, per i generi importati e venduti al minuto, presenta due caratteristiche del mercato dei generi di lusso; è ristretto a individui che abbiano disponibilità superiori al normale, permette un larghissimo o I.argo margine per l'intermediario. Man mano che i prezzi aumentano, il mercato tende a restringersi e ad eliminare coloro che non sono più in grado di sopportare il costo elevato della vita: questo processo costante si sta svilup- [50]
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