merosa comunità (circa 90.000 prima della guerra) che si è andata riducendo costantemente e progressivamente per il restringersi globale della situazione economica e l'assottigliarsi delle possibilità di occupazione. Tale disoccupazione dà luogo tuttora al rimpatrio complessivo di circa 700 unità all'anno, ivi compresi i componenti dei nuclei familiari. 3. - L'agricoltura è la principale risorsa dell'Eritrea e, in essa, la coltivazione dei cereali costituisce di gran lunga la parte vitale. Durante la guerra l'amministrazione britannica, appena dopo l'occupazione, concesse estensioni di terreno a coltivatori italiani che intrapresero con successo la coltivazione degli ortaggi e di frutta di tipo europeo (principalmente aranci e mandarini), affiancando così tale ultimo tipo di produzione a quello della frutta africana che già esisteva (banane, papaie, mangus, ecc.). Oggi anche gli eritrei, sia pure in minima parte, conducono alcune concessioni, per lo più rilevate da italiani, ed esercitano quindi l'agricoltura con metodi razionali. La produzione dei cereali varia molto sensibilmente con le annate, secondo l'abbondanza delle piogge, e non è in media sufficiente al fabbisogr10 del paese. Solo i11 annate eccezionali il prodotto ha sopperito al fabbisogno locale, dando luogo ad una corrente di esportazione. A una esportazione regolare, ma non importante, da luogo invece la produzione degli ortaggi e delle frutta. Da qualche an110 si va ampliando con successo pure la coltivazione delle arachidi e di altri semi oleosi. Nel bassopiano occidentale esiste una importante azienda per la colti~ vazione del cotone, tuttora amministrata da un gruppo italiano, che esporta quantità rilevanti di cotone in balle. L'Eritrea ha, in rapporto alla popolazione, un importante patrimonio zootecnico, che comprende, nelle specie principali, circa tre milioni fra bovini, caprini ed ovini. Ess·o assicura il nutrimento a gran parte della po~ polazione, che consuma i prodotti vivi e se ne serve come mezzo di scambio. Da qualche anno sono sorte in Asmara alcune industrie per la produzione di carne in scatola; e ciò ha dato ancora ulteriore impulso all'allevamento dei bovini. 4. - Prima della guerra l'Eritrea non aveva, salvo alcune industrie indispensabili (es. la produzione dell'e11ergia elettrica), una attrezzatura industriale. Ma per l'isolamento bellico, e per la quasi impossibilità di importare i prodotti finiti necessari, si svilupparono taluni rami di industria. Sì cominciò senza programmi determinati, talv·olta con mezzi di fortuna posti in opera dagli italiani con notevole inventività. Naturalmente la fine della guerra e il riaprirsi dei mercati internazionali eliminarono subito alcune imprese, che del resto erano piccole imprese a carattere artigianale (pezzi [49] Bibloteca Gino Bianco
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