con una certa appro imazio11e, circa 15.000, di cui ben 13.000 in ·Asmara. Si devono aggiungere comunità minori per le seguenti cifre: 10.000 arabi, 600 indiani, 4-500 sudanesi, 400 ebrei, altrettanti greci, 150-200 britannici, 30 francesi, 700 americani. Di queste comunità minori, quella araba, importante per numero, è invece la meno importante per le occupazioni che svolge, principalmente piccoli commerci e lavoro manuale. La comunità america na, composta quasi totalmente da militari della base militare con le famiglie, da funzionari della missione del Punto IV e del Consolato, non opera sul mercato cl1e per pagare i fitti di poche abitazioni (che ancora 110n s ono state sostituite da abitazioni di sua proprietà) ed i salari del personale e ritreo ed italiano al suo servizio. Per il resto vive come una tribù, non ha con tatti con gli altri abitanti, è avulsa dal mercato ed importa in franchigia doganale fino ai fiam1niferj ed agli spilli. Delle due comunità princìpali, quella nativa è dedita all'agricoltura cd alla pastorizia, ed in minima parte anche ad attività artigianali rud imentali. Essa inoltre fornisce personale salariato non specializzato alle indust rie commerciali e ai servizi d·omestici. L'agricoltura è praticata per una parte in modo primitivo, spesso da popolazioni n·omadi, che vivono a distan za dalla terra dove poi si recano a seminare durante la stagione delle pio gge. Per raltra parte essa è però una occupazione stabile, che vincola l'agricoltura alla terra, specie sull'alt·opiano. Nei bassopian_i invece, tra popola zioni 1n prevalenza musulmane e seminomadi, si pratica di più la pastorizi a. Le emigrazioni sono rare: il nomadismo si limita il più delle vo lte a spostamenti nell'ambito delle regioni e solo in certe epoche dell'ann o si può parlare di spostamenti migratori verso il bassopiano occidentale, per i grandi lavori agricoli. Cosi pure, se si prescinde dai centri maggiori, e in fo ndo quasi unicamente dall'Asmara, non si può applicare quì un concetto ut ile di disoccupazione, vivendo spesso i nativi in un regime associativo che, generica111ente parlando, va dallo sfruttamento in comune della terra e degli arrnenti a quello dei loro prodotti. È la comunità italiana che esplica tutte le attività che possono dare all'Eritrea aspetto di paese moderno. Essa pratica l'agricoltura in mo do razionale (137 complessi in proprietà, per più di 5.000 ettari, e 260 in concessione, per circa 19.000), l'allevamento (vi è presso Asmara una fattoria modello per il miglioramento della razza bovina), ed è dedita all'industria, alle professioni, ai commerci; inoltre fornisce le prestazioni di lavoro spe cializzato. Le altre collettività esplican·o principalmente attività commerciali ed i11 misura minore professionali e industriali. Solo per gli italiani vi è disoccupazione, perchè mentre le altre comunità son venute man mano cost ituendosi di individui richiamati in Eritrea di volta in volta da possibilità d i occupaz·one, gli italiani oggi presenti sono inversamente il residuo di una più nu- [48] BiblotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==