g·onare con quella più ricca di altre regioni del Paese. Come realizzazione del più lontano passato di cooperazione si può citare tutto al più l'esperimento delle Mutue (quella di Cagliari ha un cento an11i.di vita) le quali associa4 rono in forma semplice e su base previdenziale gli strati artigiani, parte della piccola borghesia dei centri urbani (spesso, quest'ultima, con funzioni diret. tive) e quella dei grossi centri agricoli. Queste Mutue, sorte prima dell'unità nazio11ale, furono il primo mani 4 festarsi della cooperazione, come questa poteva essere in quel periodo storico del nostro Paese, caratterizzato sia dall'esistenza economica a base regionale, sia dai primi germi della futura industria e quindi dall'inizio della forma 4 zione del proletariato. Nel periodo successivo, anche in Sardegna, il movime11to cooperativo assunse, sia pure entro limiti modesti, l'aspetto più completo di cooperazione di consumo e anche di lavoro. Aspetto che maturò e si sviluppò in una situazione caratterizzata sia dal formarsi d'un mercato nazionale e d'un mercato interno per la grande industria; sia da un progressivo distacco dell'attività industriale da quella, fondamentale, agricola (ciò che avrà una funzione decisiva nel determinare l'attuale problema meridionale e sardo); sia infine dallo svilupparsi del proletariato come classe e dalle sue orga11izzazioni sin4 dacali e politiche. Fu il periodo delle prime esperienze proletarie (dure lotte per le otto ore e per il miglioramento dei salari, sviluppo delle idee socialiste): e la cooperazione fiorì accanto allo svilupparsi della coscienza del proletariato e agli slanci, entusiastici e spesso ingenui, e ai contrasti e turbamenti che furono la vita del proletariato di allora. Fu il periodo della parola d'ordine: « Il sindacato conquista il salario, la cooperativa lo difende ». L'esempio, =1i Sardegna, più rimarchevole è quello di Buggerru. È anche il periodo della pacificazione sociale tentata dai teorici (Viganò, Luzzatto). Quelle mutue di cento anni fa, quelle cooperative di Arbus e di Bug .. gerru, le poche cooperat,ive di lav·oro, non vanno prese però come l'atto ùi nascita della cooperazione sarda. Esse non furono, se non in parte, esperienze d'una situazione locale, come invece ne furono in Sicilia e in Lombardia. Esse attestano i riflessi che ebbe in Sardegna lo sviluppo della cooperazione peninsulare, la presa che vi ebbe la produzione cooperativa; sono anche il frutto di una coscienza socialista che andava maturando in alcune zone ope• raie sarde. Le vere origini della cooperazione isolana han110 radici nella realtà stessa della Sardegna: scaturiscono dalla coscienza dei Sardi, offesa dallo sfruttamento del capitale forestiero che trattava la Sar,degna come terra da predare. Si ricollegano al sorgere d'una coscienza autonomistica e all'aspirazione a una [421 Bibloteca Gino Bianco
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