È all'interno di queste più vaste « regioni ,1 che potrebbero poi ~rovare applicazione le cc zone industriali » e i « Consorzi » previsti dalla Cassa. Già in Nord e Sud (a. IV, n. 27, p. 73) abbiamo richiamato, a modello, l'esperienza britannica delle Trade o Industrial Estates. Si può ora aggiungere che, per la massima efficienza degli organi previsti dalla Cassa, sarebbe utile e necessario che presso di essi fossero distaccati i rappresentanti locali di tutte le Amministr~zioni statali, allo scopo di rendere minime le difficoìtà burocratiche e gli intralci che potrebbero scaturire dai consueti dissidi per la determinazione delle « competenze ». Si può ancora suggerire che, allo scopo di evitare una dispendiosa cc concorrenza » tra le varie « zone industriali » - che dovrebbero essere create sempre e solta~to in base a criteri unitari e d'insieme - i Consorzi relativi a ciascuna di esse potrebbero riunirsi in un unico organismo volontario, capace di meglio coordinare gli interventi. È a proposito delle scelte ubicazio11ali, che intervengono le considerazioni sul mutamento del quadro circostanziale e prospettico in cui l'azione meridionalistica dovrà svolgersi in segujto alla realizzazione del Mercato Comune Europeo. Molti emi11enti studiosi hanno esposto le possibili implicazioni favore~ voli del Mercato Com11ne per Io sviluppo del Sud. Dal canto nostro, abbiamo avuto altra volta occasione di esporre (cfr. Nord e Sud del marzo scorso) in qual mod·o esso, aprendo nuovi e più ampi sbocchi alla nostra emigrazione transalpina e, di riflesso, ai nostri movimenti migratori interni, possa garantire la disponibilità di una preziosa e necessaria « valvola di sicurezza per l'applicazione e l'esecuzione del Piano Vanoni ». Tuttavia, la nostra interpretazione europeistica della cc questione meridionale » - intesa cioè come problema di integrazione del Mezzogiorno nell'Occidente Europeo - e la nostra ribadita incapacità a concepire qualsiasi « meridionalismo » che pretenda di erigersi su basi «non-europeiste» (e ta11to meno « anti-europeiste » ), ci consente di soffermarci - senza timore di dar luogo ad equivoci - su un'implicazione accidentalmente connessa all'avvento del Mercato Comune, che potrebbe rendere più complessa l'azione di intervento nel Mezzogiorno. Si intende alludere al rafforzamento dell'atteggiamento negativo nei confronti della convenienza ad investire nel Mezzogiorno che il Trattato per il Mercato Comune sembra avere indotto in talune categorie imprenditoriali del Nord, e negli ambienti loro prossimi. Si tratta di un atteggiamento analogo a quello diffuso anche in altri Paesi firmatari del Trattato: una più accentuata e proclamata avversione alle pratiche « dirigiste » di governo. Ora è chiaro che, dietro le affermazioni apparentemente disinteressate di una assur- [40] Bibloteca Gino Bianco
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