Nord e Sud - anno IV - n. 33 - agosto 1957

un indirizzo - se non continuativo - meno discontinuo alla politica economica dei governi che si succedon·o, dovrebbe conferirsi maggiore pubblicità ai lavori di organi quale il Comitato per l'attuazione del Piano Vanoni; gli si dovrebbe conferire ampia libertà di critica nei confronti del Governo ~tesso; e si dovrebbe consentire al Parlamento - alla minoranza non meno che alla maggioranza - di nominare alcuni membri attivi (naturalmente scelti al di fuori dei ranghi politici, tra tecnici qualificati) in seno al Comitato. L'opinione pubblica potrebbe essere così portata a conoscenza - eve11tualmente periodica - dell'attività del Comitato, potrebbe meglio vagliare la maggiore o minore conseguenzialità degli atti dell'esecutivo in rapporto al Piano, potrebbe ottenere quelle relazioni « di maggioranza » e cc di minoranza >> su determinati argomenti (come sempre avviene nei rapporti redatti per conto dei legislatori o dell'esecutivo britannico) che sono estremamente preziose alla conoscenza dei problemi: gli esponenti più qualificati di questa opinione pubblica potrebbero, almeno, esercitare così una maggiore « pressione » contro gli atti e i provvedimenti « non conformi» dell'esecutivo. Non ci sembra che al di fu·ori di questa più decisa cc istituzio·nalizzazione » di organi - attualmente « a servizio » esclusivo dell'esecutivo - non tradizionali, non (o non troppo) legati alle contingenti situazioni politiche, possa trovarsi altro e migliore strumento per indurre a quella unitarietà ed integralità degli interventi di politica economica di cui si diceva dianzi. Volgendosi ora al problema delle scelte « ubicazionali », è da ritenere che in questa sede sia ancora più manifesta l'esigenza del coordinamento degli interventi. , Pertanto, prima di entrare nel merito delle cc zone industriali » e dei « Cons·orzi » previsti dal disegno di legge sulla Cassa, sembra necessario richiamare l'attenzione sulla necessità di individuare cc regioni » più vaste di quelle che si potrebbero dire « di concentrazione industriale », in cui dovrebbero armonicamente combinarsi e dosarsi gli interventi nei vari settori produttivi. A seconda dei diversi tipi di cc regione » (che potrebbero essere, per fare un concreto riferimento, del tipo delle « aree di sviluppo ulteriore », « aree di sviluppo integrale » ed « aree di sistemazione », a suo tempo individuate dalla SVIMEZ), dovrebbe necessariamente variarsi l'azione propulsiva nei riguardi delle diverse specie di attività (primarie, secondarie e terziarie), la predisposizione dei diversi tipi di « infrastrutture », nonchè l'intervento per la preparazione e la qualificazione professionale. Quest'ultima, ad esempio, dovreb·be assumere caratteristiche assai diverse in « aree di emigrazione », per così dire, ed in « aree di immigrazione » . [39] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==