zione dell'illiberalità: dare ad intendere piuttosto che persuadere, imporre piuttosto che cercare insie1ne e discutere. Sono tentazioni a cui non è facile sottrarsi per un dirigente, che la sua provenienza sia culturale o operaia: nel primo caso sarà difficile pieg.are l'orgoglio intellettuale, nel secondo caso no11sarà agevole porre da parte il sentimento della superiorità acquisita. Ma comunque ciò sia, resta che l'opera degli apparati è delicata ed importante, decisiva e positiva. Ma allora, si potrà chiedere, perché tante riserve, perché si dice che esiste un « problema degli apparati>> e che bisogna risolverlo, nell'interesse di tutti? Perché anche in questo caso, come in tutte le altre cose umane} il male si accompagna col bene, e perché anche degli app,arati si può dire c11eessi sono un prodotto fisiologico della lotta politica contemporanea, ma un prodotto che tende a diventare patologico. Ed anzi di essi si può dire addirittura che con l'and.are del tempo se non intervengono correzioni il male finisce col prevalere sul bene, il negativo sul positivo. Per rendersi conto delle possibilità e quasi si direbbe delle fatalità involutive basterà riflettere un istante sulla natura degli apparati come corpi politico-sociali e basterà pens,are alla fenomenologia delle élites così come è stata descritta tanti anni fa da Gaetano Mosca negli Elementi di scienza politica. Poiché anche un apparato di partito è una classe dirige11te. Lo è ovvianiente con car,atteristiche sue prop·rie: il modo dell'investitura è un po' diverso; il suo livello (non si intende qui mentale o di preparazione, ma di potere) è inferiore a quello di una classe dirigente nazionale; il campo di attività è meno esteso; la sua rappresentatività si riferisce sempre a qualcosa di più ristretto, orizzontalmente e verticalmente, che un intero paese. Questi dati che sembrano propri di un apparato non sono sufficienti tuttavia ad alterare la natura di << classe dirigente>> che esso ha: ed anzi proprio un certo sentimento di inferiorità nei confronti del ceto dirigente vero e proprio lo spingerà ad esasperare la sua natura, a potenziare piuttosto le somiglianze che le differenze, ad agire come se le s11ecarte fossero in perfetta regola. Così innanzi al potere il comportamento di u11 éip 1 parato sarà simile a quello di tutte le classi dirigenti: lo dividerà tnalvolentieri e lo perderà ancora più malvolentieri; tenderà a conservare il più a lungo possibile le posizioni conquistate e ad ostacolare la circolazione e il ricambio. ~ poiché un ceto dirigente nasce sempre insieme a certe formule ideologico-politiche, le quali, una volta [28] . Bibloteca Gino Bianco
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