Nord e Sud - anno IV - n. 33 - agosto 1957

degli eletti radicali non esiste in pratica, laddove esiste, fortissima, in seno alla SFIO: e ciò, per tornare alla considerazione da cui abbiamo preso 1-e mosse, è ,assai importante quando i partiti si considerino come strumenti di azione politica. Proprio l'esempio della SFIO potrebbe essere addotto come illustrazione del discorso che si viene facendo sugli apparati: poiché non vi è dubbio che l'apparato del partito socialista francese è niente altro che l'espressione politico-organizzativ.a delle federazioni più forti (Nord o Pas de Calais, ad esempio), che sono quelle appunto controllate da Guy Mollet e che sono anche quelle più vicine alla base operaia (mentre in zone come Parigi - dove c'è il tradizionale oppositore di Mollet, Daniel Mayer - il seguito del partito è piuttosto di borghesia che di ceto operaio). Noi non diremo certo che solo in considerazioni di questo genere si debbano cercare le ragioni della diversità delle sorti dei due leader del Front Républicain; diciamo, però, che vanno cercate anche in cosiffatte conside- . . . raz1on1. La solidità di struttura organizzativa, la comp,attezza di corpo politico e la funzionalità, dunque, che sembrano coefficienti indispensabili di u11 partito moderno, sono resi in parte possibili dall'esistenza degli apparati, dall'esistenza cioè di quadri che si dedichino professionalmente alla vita di partito, che curino il reclutamento degli iscritti, sorveglino acché vi sia una vita quotidiana delle sezioni e delle federazioni, provvedano a chiarire al comune dei militanti la politica del partito stesso; e soprattutto che facciano tutte queste cose oltre la stagione breve e febbrile delle lotte elettorali. Quando si pensa agli apparati e ai funzionari di partito la mente si form.a, naturalmente, l'immagine di un burocrate che provvede a rispondere alle lettere, ad inviare le ,convocazioni per le assemblee, a distribuire le tessere e magari anche a curare qualche minuto interesse degli iscritti. Ma nel lavoro di un funzionario di un partito moderno vi è assai più che questo soltanto: ad essi si deve se un gruppo più o meno vasto di individui, attr,atto all'inizio soltanto da formule più o meno facili e quasi sempre mitologizzanti e sospinto da passioni elementari, si trasforma a poco a poco in una unità organic,a, acquista coscienza di vincoli che superano l'individualismo anarchico iniziale, matura un giudizio politico. Sono processi lenti che non si improvvisano in un mese o in un anno e sulla strada dei quali vi sono ad ogni svolta le insidie, i trabocchetti, gli agguati. Perché in un lavoro di questo genere vi sarà sempre la tentazione della facilità, che è poi la tenta- [27] Bibloteca Gino Bianco

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