G1usEPPE DoNATI: Scritti' politt:ci, con introduzione di Giuseppe Rossini, 2 voll. Ediz. Cinque Lune, Roma, 1956. Il nome di Giuseppe Donati non è di quelli che ricorrono spesso nella st~riografia degli ultimi cinquant'anni; talvolta fuggevoli citazioni stanno ad esprimere l'elogio morale di una coscienza cristallina, ma non approfondiscono il senso e l'intensità di un'azione politica importante e coerente, che sofferse i momenti più cruciali della storia d'Italia durante i primi cinque lustri del novecento. Si sente di frequente parlare di Donati come del migliore e più fedele compagno di lotte di Luigi Sturzo; e ben si spiega come la prepotente personalità del sacerdote siciliano sia valsa di per se stessa a mettere in ombra quella di alcuni dei suoi collaboratori, a far sì che non venissero lumeggiate abbastanza le differenze che spesso intercorsero - e che Sturzo apprezzò - fra la propria interpretazione della realtà politica e quella, ad esempio, di Donati: differenza che talvolta si produsse anche su questioni di fondo, che riguardavano gli strumenti politici più o meno adatti a risolvere la crisi della democrazia in Italia. Ma Sturzo non dimenticò in quegli anni l'uomo che aveva chiamato accanto a sé; e spesso gli fece anche toccar con mano quanto difficile politicamente fosse allora quell'argomento dello schieramento democratico fino ai socialisti, che Donati con1e molti democratici talvolta s'illuse di veder . prossimo. Per questo ed altri motivi cui si accennerà più avanti, bisogna essere grati a Giuseppe 1 Rossini, il quale, proseguendo nella sua opera di storico sereno e preciso del movimento cattolico, ha dedicato al Donati, dopo averne raccolto gli scritti, un esteso e profondo saggio; in esso ~ possibile seguire tutta l'evoluzione del pensiero politico dell'antico direttore del POPOLO fino alla maturazione di quei fermi convincimenti che dovevano condurlo in esilio. Si potrà a piacimento affermare da taluni che molto lenta è stata l'adesione dei cattolici allo stato italiano ed alla sua realtà storica; ma gli storici non cattolici ormai riconoscono che la difesa più intransigente e coerente degli istituti liberali nel primo dopoguerra vide schierati nelle file dei democratici laici anche popolari con1e Sturzo e Donati. I motivi storici su cui si svilupparono le coscienze politiche di questi uomini sono stati già abbastanza indagati: le indagini di Pietro Scoppola, di Gabriele de Rosa, di Fausto Ponzi, di Baget Bozzo, di Giovanni Spadolini e di Giuseppe Rossini hanno molto giovato a chiarire il senso di quei movimenti politico-religiosi che posero in fermento tutto il cattolicesimo militante tra il secondo ottocento ed il primo novecento. I nomi di periodici come << La Voce », << l'Unità », << Il Risorgimento », << L' P1.zione » dicono molto a coloro che si siano soffermati sulla crisi dello spirito italiano nei primi anni del secolo e soprattutto sull'apporto del dibattito cattolico alla soluzione o involuzione di quella crisi. Fu allora, e peggio ancora al tempo della impresa libica, che il rischio nazionalista attentò alla coerenza di molte inquiete coscienze cattoliche, e fa bene il Rossini a porre in rilievo, in questo quadro storico, [125] Bibloteca Gino Bianco
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