Nord e Sud - anno IV - n. 33 - agosto 1957

<linati fra loro è un'idea sbagliata »; si è posto in giusto rilievo il fatto che ii frazionare ed il distinguere gli attuali ordinamenti tecnici ed amministrativi, con la conseguenza che una amministrazione opera in un senso e un'altra opera in un modo diverso od opposto, portano a situazioni che disorientano la opinione pubblica; si è dato, infì,ne, il dovuto peso alla considerazione che ogni frazionamento di attribuzioni, specialmente quando queste vengono, poi, assegnate ad organi diversi dallo Stato, e con trattamento economico per il personale ben diverso da quel1 lo che lo Stato offre ai suoi dipendenti, << porta come conseguenza diretta il malumore e lo scarso rendimento da parte dei dipendenti statali, i quali vedono che i loro sforzi e la loro abnegazione vengono ripagati in misura molto inferiore a quella adottata a favore dei dipendenti degli Enti nuovi». Ragioni, come si vede, in massima parte valide. Nessuno disconosce i meriti che il Ministero dei Lavori Pubblici ha acquistato in oltre cento anni, dalla sua costituzione, e l'enorme lavoro compiuto per creare o potenziare nel nostro Paese il cosiddetto « capitale fisso sociale >> (porti, strade, ferrovie, im,pianti elettrici, servizi igienici, ecc.), che costituisce la spina dorsale del sistema economico. Nè alcuno ha dimenticato l'opera di ricostruzione svolta in questo dopoguerra dagli organi centrali e periferici del Ministero dei L·avori Pubblici, né lo spirito di sacrifì1 cio con il qt1.ale il suo personale l'ha affrontata e condotta a termine. D'altra parte, coloro ch1 e sostengono la creazione di nuovi organismi per la realizzazione di << piani >> organici di opere pubbliche vi sono indotti dalla consa.pevolezza - condivisa, d'altronde, anche da coloro cl1e a -ragione, sostengono la necessità di una politica unitaria dei lavori pubblici - che l'attuale organizzazione dei mezzi e degli strumenti di cui dispone il Ministero non consente la rapida, radicale ed organica soluzione dei problemi che i << piani >> propongono. Perchè si possa realizzare l'auspicata politica unitaria bisogna, anzitutto, rimuovere il presente stato di carenza degli organi ministeriali e non limitarsi a difenderli, invocando la tradizione ed i considerevoli meriti da essi finora acquistati. Riteniamo che a nessuno venga in mente di · ,creare nuovi organismi od enti per il semplice gusto di ,crearli; e che non si vogliano esautorare gli organi dello Stato soltanto per mera ignoranza dei loro ordinamenti e delle loro capacità realizzatrici. Tanto meno siamo propensi a prestar credito a presunte ragioni di ordine politico o, comunque, [8] Bibloteca Gino Bianco

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