Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

perché ci si possa accostare alla loro più giusta formulazione. La deficienza di aule in tutto il territorio nazionale abbiamo rilevato essere di 69.000 aule .ed è cl.aincrementarsi del 30 %, per tenere conto sia pure parzialmente dej fattori aggiuntivi dovuti alle 21.000 aule adattate, e ad una modesta aliquota dell'incremento di popolazione scolastica prevedibile. Il piano di costruzione di 100 mila aule (considerando miglior.abile una metà circa delle aule .adattate) ci porterà probabilmente ad u11 totale di 185.000 aule efficienti. La popolazione scolastica obbligata attuale, calcolata come 12 % della popolazione totale ascende a 5.570.000, contro i 4.323.000 iscritti, e, per modesta tche si faccia una previsione durante i 10 anni del piano, la popolazione scolastica obbligata continuerà con ogni probabilità ad aumentare di numero. Si può forse supporre cl1e essa rasenterà i 6.000.000 di unità. A Pia110 ultimato, quindi, la media sarà di 3~ 1alunni per aula, cioè sarà più alta ,della media attuale di alunni iscritti per ogni insegnante di ruolo (26 anni). Esiste chiaramente qualcos;a cl1enon funziona ed è questo che andrebbe :approfondito. Essendo circa 1.400.000 i bambini che evadono dagli obblighi .di istruzione elementare, e proponendosi la costruzione di 100.000 aule, ver- :rebbe a costruirsi una aula per ogni 14 alunni. Questo calcolo indica chiaramente che l'attuale deficienza di auie è aggravata da una cattiv,a distribuzione delle aule attuali sul territorio; e sta ad indicare altr.esì che è verame11te indispensabile uno studio approfondito che garantisca un nuovo .criterio distributivo, rischiandosi, 11onostante il grande sforzo richiesto allo Stato, e nonostante la scarsezza dei mezzi disponibili, di favorire attraverso il piano un imperdonabile s1)reco. Viene convalidata così, l'esigenza di un -organo che effettui in via preliminare un tale studio e suggerisca le direttive per la pjù economica e corretta distribuzione delle nuove aule. È evidente che, se fossero conferma te le ipotesi fin qui fatte, non potrebbe considerarsi ammissibjle lasciare nelle mani dei singoli comuni la -iniziativa di stl1di di distribuzione a livello nazio11ale. Una corrett,a impo- :stazione del problema non può farsi che a livello nazionale e sulle medie nazionali. Chi determinerà altrime11ti la giusta ubicazione delle unità scolastiche? Chi stabilirà quale sia effettivamente l'unità scolastica più .economica o {:Onveniente? Chi, infine, ir1dicherà se sia ancora· accettabile il principio , della scuola per ogni Comune, anche se la popolazione del Comune non è tale da poter fornire una sufficiente popolazione scolastica per l'unità [97] . Bibloteca Gino Bianco

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