fessionale, è oggi al di sotto di tante nazioni che non hanno nè grandr tradizioni nè grande passato. Mancano 69.000 aule: ed in questo numero non sono considerate le cosiddette aule ad~ttate, nè larga rappresentanza di bambini obbligati e non iscritti, nè rincremento di popolazione scolastica (connaturato all'incremento demografico), nè infine quella esigenza,, ormai così matura negli altri paesi, di un.a istruzione professionale primaria; nè vi sono incluse le deficienze delle scuole secondarie, superiori e univer- - sitarie. Perciò le 69.000 aule, nel piano predisposto dal relatore ufficiale in base alla spesa che lo Stato ha già ritenuto di poter sostenere, si incrementano del 45 % port~ndosi a 100.000. Queste 100.000 aule per la scuola primaria devono potersi costruire in 10 anni. È necessario quindi tornare al problema dei tipi edilizi e della ubicazione delle scuole, sia pure soltanto in sede di impostazione, e a quella serie di questioni che il piano per la costruzione in 10 anni di 100 mila aule pone automaticamente. Il primo aspetto del problema è stato . qui già aàombrato, ma non esaurito; e riguarda la eventualità di avvi.are uno studio tendente alla individuazione di unità scolastiche-tipo, da realizzare su scala industriale. Un siffatto studio avrebbe certo una sua non indifferente portata e potrebbe condurre ad una più che soddisfacente sol11zione, se fosse accettabile la produzione di unità scolastiche tutte eguali fra loro) destinate ad organismi urbani nuovi d.a impiantare, o se esse dovessero costituire i centri di unità residenziali non ancora esistenti, ma solta11to previsti in un più vasto piano di nuovi insediamenti, tutti di eguali dimensioni e caratteristiche. Cioè se dovessero essere destinate ai nuclei di future città ideali. Un tale studio può avere una sua validità come preparazione ai futuri insediamenti in zone ampie e sottosviluppate, nelle quali si presentasse l'insorgenza di nuove ed impreviste risorse. Ha perciò un suo valore attualmente teorico. Ma, in u11Paese come il nostro, non ha alcuna probabilità di utilizzazione e non può riguardare .altro che la possibilità di offrire un futuro lavoro alla nostra manodopera industriale ed a quella avvenire, in una produzione che potrebbe essere studiata oggi, per trovare una probabile futur.a applicazione. E rientrerebbe, d'altronde, nel più vasto campo di possibilità di lavoro, derivante dallo studio della prefabbricazione industriale delle abitazioni, essendo di questa una evidente specializzazione. Ma, per risolvere in tempo utile relativamente breve il nostro problema [95] Bibloteca Gino Bianco
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