Dato che ci occupiamo della pubblicità sui quotidiani italiani, sarà utile .conoscere quanti sono e come sono distribuiti. Al 31 dicembre 1956 i quotidiani stampati in Italia erano 105 (9 ) così distribuiti: 7 in Piemonte (tutti a Torino); 7 i11Liguria (tutti a Genova); 21 in Lombardia (dei quali 12 a Milano); 14 nelle Tre Venezie (di cui 2 a Venezia, 2 a Verona, 2 a Bolzano e 4 a Trieste); 10 in En1ilia (di cui 4 a Bologna); 4 in Toscana (3 a Firenze e 1 a Livorno); 2 nelle Marche (Ancona e Ascoli Pice110); 19 nel Lazio (tutti a Roma); 10 nell'Italia Meridionale (di cui 7 a Nap•oli); 8 in SiciliJ (3 a Palermo, 3 a Catania e 2 a Messina); 4 in Sardegna (2 a Cagliari e 2 a Sassari). Le cifre sono così chiare che pare superfluo rilev,are la sproporzio11e nella presenza di giornali tra l'Italia Settentrionale e Centrale da u11aparte e l'Italia Meridionale e insulare dall'altr~. Secondo una inchiesta sulla pubblicità della Camera di Commercio Internazionale del 1949-54, sarebbero -da 20 a 25 i quotidiani, tecnici, commerciali e sportivi che inseriscono pub- .blicità su scala nazionale. Poiché gli editori di quotidiani denunciano dati di tiratura e di circolazioni non controllabili (v. oltre), anche le statistiche sull'indice di lettura degli italiani sono assai vaghe. Resta il {atto che l'Italia è in Europa tra i paesi col più basso coefficiente di lettori per giornali (98 per mille) preceduta dalla Grecia e seguita da Malta, Jugoslavia, Alb,ania, Portogallo, Spagna (56 per mille), e che anche il numero dei quotidiani è basso in confronto al numero di abitanti (10 ). ,I ( 9 ) L'Istituto Centrale di Statistica ha pubblicato nel 1955 i risultati di una in- .chiesta sulla stampa periodica del 1950. In nun1erosissime tabelle sono raggruppati i <lati più sorprendenti senza la minima chiave -che dia ragione del come l'inchiesta sia .stata effettuata: i quotidiani risultano 136. ( 10 ) Ma in tutto il m1ondo il numero dei quotidiani tende a diminuire, a causa .della concorrenza esercitata da altri metodi d'informazione (radio, televisione) e deila -soffocante concorrenza esercitata dai grandi giornali sui piccoli: valga il caso degli Stati Uniti. In Europa, la Germania possedeva, nel 1956, il maggior nu1nero di quotidiani (671), seguita da Francia (164), Svezia (146), Olanda (133), Danimarca (131), Gran Bretagna (121), Spagna (121), Svizzera (117). Per altri dati si rimanda al citato artiieolo in Nord e Sud; basterà qui ricordare (per rilevare quanto sia relativamente ri- -stretto il pubblico italiano che viene raggiunto dalla pubblicità sui quotidiani) che ìa vendita dei quotidiani è pari a una copia per abitante per settimana, che tra le donne adulte il 33 % non legge giornali e il 27 % soltanto una o due volte per settiman~1. [771 Bibloteca Gino Bianco
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