l'incarico di risolvere il problema delle comunicazioni tra la parte orientale e quella occidentale della città. Furono vagliati sedici progetti, nessuno dei quali la Commissione ritenne di poter accettare integralmente. Pertanto essa concluse raccomandando: l'apertura di una galleria larga 18 metri, e lunga 650, tra Via S. Brigida e Via Filangieri; l'allargamento a metri 27 della prima; l'apertura di una piazza di circa 2000 mq. all'incrocio di essa con via Roma; e inoltre l'apertura di una nuovo tronco stradale, della larghezza di 27 metri, tra via Filangieri e Piazza San Pasquale a Chiaia. Il progetto, approvato, subì una variante esecutiva, studiata dalla « Società Edilizia Laziale », che avrebbe dovuto eseguire l'opera con il corrispettivo della concessione di una linea tranviaria; in seguito, ricusata tale concessione da parte del Con1une, l'iniziativa fu abba11donata. La stessa sorte, com11ne del resto a molte iniziative del genere, toc.cò in seguito al Piano Regolatore della città redatto dall'ing. De Simone nel 1914. In questo piano non ma11cava, sia pure entro i limiti di alcune concezioni e criteri urbanistici che oggi appaiono superati, una visione sufficie11temente ampia di taluni fenomeni e problemi; fra i quali, fondamentale, quello delle aree del centro in rapporto al plus-valore derivante da migliorie a spese pubbliche, ed alle « rendite di posizione »: e quello rappresentato dal fatto stesso di intervenire in un ambiente urbano di grande interesse storico ed artistico. Inoltre, erano state chiaramente comprese, e messe in luce, le necessità di provvedere all'ampliamento dell'abitato e della rete stradale, ed alla creazione di più centri; come pure la convenienza di far precedere la bonifica delle zone interne dall'ampliamento stesso; e soprattutto di formulare un preciso programma di graduazione delle opere relative. In particolare, lo studio della viabilità, affrontato per la prima volta in rapporto alle nuove aree residenziali previste, era caratterizzato da una chiara funzionalità di tutta la rete urbana, opportunamente differenziata in strade di primo (o grandi arterie di collegamento), di secondo (Nord-Sud), e di terzo ordine (o di interesse locale). I successivi Piani del '39 e del '45, pregevoli sotto molti aspetti, sia pure entro i limiti posti dal loro stesso tempo, non hanno purtroppo avuto uria sorte migliore di quello del I 9 I 4: il primo perché, se pur approvato e tuttora vigente, non è però, in effetti, operante; il secondo, perché mai approvato e, a distanza di dodici anni, ancora in via di rielaborazione. L'insufficienza funzionale e dimensionale della rete viaria, già denunciatJ dal Piano De Simone del 1914, è andata quindi assumendo proporzioni sempre più allarmanti, in quanto notevoli sono stati, in questo periodo, gli incre-- menti di popolazione e di traffici, e gli sviluppi « addizionali » dei centri; [67] Bibloteca Gino Bianco
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