Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

incapaci ad esempio di fornire (o di respingere, secondo le condizioni atmosferiche, o simili) lavoratori stagionali a breve scadenza. Gli insoddisfacenti risultati del primo anno han fatto si che nel 1957 il numero delle richieste si sia ridotto ancor più, comportando, ufficialmente, 13.000 unità per l'industria e 13.000 unità per l'agricoltura. Il 15 maggio erano arrivati 3.400 lavoratori, di cui la metà agricoli. Inoltre si trova110 in Germania 2.400 lavoratori giu1:-ti l'anno scorso con contratti temporanei, e che hanno nel frattempo trovato impieghi fissi. Ciò porta ~ circa 13.000 la popolazione lavorativa italiana in Germania. Di questi la maggior parte lavora nel settore dell'edilizia, per un totale di circa 7.000 unità con un notevole miglioramento di fronte ai 5.000 dell'anno scorso. Del1r' J 3.000 unità richieste per l'agricoltura, solo 4.000-4.500 sono state riconfei-• mate da quando a metà febbraio sono stati resi noti i nuovi salari per lavoratori agricoli; gli altri preferiscono attendere, nella speranza di soluzioni 1nigliorj. I 4.000 lavoratori richiesti finora saranno probabilmente in Germa11ia entro luglio (finora ne sono giunti meno della m1età); e si calcola che vi sarà forse ancora un migliaio o due di richieste entro la fine dell'anno. Un trattamento a parte, e forse un articolo a parte, merita il problerna delle miniere. Il numero di italiani impiegato in esso è di circa 900, in 12 imprese; 110n più del I% di tutta la popolazione attiva nel settore minerario. Fino a ieri un divieto del governo italiano all'immigrazione ufficiale di lavoratori nelle miniere ha bloccato ogni possibilità di aumento di tale cifra; gli ingaggi sono avvenuti in maggioranza l'anno scorso, in piccola parte anch~ dopo Marcinelle, includendo anche minatori che avevano lasciato il Belgio (alcuni di essi sono ritornati in seguito in Belgio, dove sono pagati un po' meglio). Alcune imprese hanno lanciato promesse spettacolari di villaggi operai modello, riprese nella stampa italiana di maggio, ad esempio nel Tempo; ma concretamente si l1anno al presente 3.200 richieste, da parte di 16 ditte, per il 1958; negli uffici italiani erano però in giacenza altre 300 richieste, bloccate dal nostro decreto governativo. Questo il quadro attuale della nostra emigrazione nella Repubblica Federale: come si vede, è ben lontano dall essere soddisfacente, specialmente se si tien conto delle possibilita e premesse favorevoli già menzionate, recentemente confermate, anzi accentuate dal rapporto dell'O.E.C.E. Manca innanzi tutto una tradizione di imprenditori tedeschi con lavortttori italiani, quale esiste in Francia e nella piccola Svizzera (250.000 lavoratori italiani sn 5 milioni di abitanti). È necessario crearne le basi, ora che, fra domanda tedesca e offerta italiana, si sta delineando un punto d'incrocio che rappresenta per noi una occasione, per i tedeschi una necessità. ALOISIO RENDI [63] Bibloteca Gino Bianco •

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