Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

delle volontà politiche della D.C. e di altri ambienti cattolici, non è per nulla astratto. L'Intesa è andata migliorando negli ultimi due anni la sua consistenza tanto da potersi presentare in maggioranza relativa al Congresso di Rimini e l'U.G.I. ha schiettamente riconosciuto un più alto livello nella qualità dell'impegno cattolico. Ma fino a che punto si può sostenere che rafforzamento numerico e più profonda coscienza dei problemi coincidano? Forse questa potrebbe rivelarsi una pericolosa illusione. Lo sviluppo politico è legato al principio dell'autonomia universitaria e della coer,enza di impostazioni; Io sviluppo organizzativo o solo elettorale può prescindere da questi fatti, può perfino essere l1egato ad elementi negativi, quali la facile attitudine al compromesso e al clientelismo, che fermenta spontaneo sul terreno della piccola e ordinaria amministrazione. Dal Congresso di Rimini è dunque scaturita una seria prospettiva per il movimento studentesco ed una linea politica, la cui forza, però, dipende dalla consapevolezza con cui i gruppi la concretizzeranno in obbiettivi ed iniziative immediati. Esistono le premesse per 11na grande battaglia nazionale; e ne è più che mai il tempo. Il Congresso ha reagito validamente contro l'inettitudine del governo a por i i problemi della politica scolastica col senso di responsabilità e di organicità che le è dovuta. Ora le critiche debbono trasformarsi in i11iziative politiche che coinvolgano l'opinione, il giudizio e l'azione degli studenti italiani per acquistare un peso effettivo ed adeguato nelle battaglie politiche del Paese e nelle discussioni del Parlamento. È questo il terreno sul quale si verifichera la collaborazione tra laici e cattolici nel movimento studentesco, la sua capacità di vigilanza e d'iniziativa rispetto agli scarsi ed inorganici tentativi di riforma della scuola. Oggi, al di là delle suggestioni, degli elementi di un dibattito, dei documenti, non esiste un piano organico di riforma. Noi non crediamo sia compito naturale della Rappresentanza Studentesca elaborarne uno da offrire al legislatore e al Paese. Si tratta di opera che coinvolge forze più vaste, che deve scaturire dal contributo di pa ione ed intelligenza di quanti vivono il dramma e i problemi attuali della cuola italiana. Una scuola che non vince l'analfabetismo, perché incapace di for11ire finan he l'i truzione primaria; lontanissima dalle esigenze di qualificazione te nico-professionale, condizione di sviluppo delle « aree depre e » italiane; che non offre gli strumenti di una aggiornata preparazione scientifica. 111 tt1tti i paesi progrediti la scuola si espande con rit1no grandioso e, i direbbe concorrenziale. Solo in Italia e sa è immobile come uno stag110. Per gli Stati Uniti, l'Unione Sovietica, l'Inghilterra il numero di nuovi tecnici, il loro grado d'accrescimento, rappresenta uno degli indici più sicuri del progresso industriale, economico, sociale. La rivoluzione nelle industrie e nelle campagne esige dappertutto nuove classi tecnologiche, nuovi tipi di dirigenti. Le strutture economico- [53] BiblotecaGino Bianco

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