Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

Ma l'unità dell'impegno politico e morale, affermata negli ambienti più vivi del cattolicesimo francese, ad esempio, e che è una costante del pensiero laico in Italia, tende a degenerare presso i nostri cattolici i quali hanno soffocato nella dirr1ensione angusta di un solo partito la individualità dell'impegno religioso politico morale. L'U.G.I. profondamente impregnata dei più attuali valori del laicismo ha il merito di avere sempre avvertito la sterilità e la pericolosità della chiusura ai cattolici e reciprocamente dei cattolici. In uno dei momenti di più alta consapevolezza ideale e politica (al Congresso goliardico di Milano) il rapporto coi cattolici fu proposto dai goliardi in tutto il suo significato morale e politico, non quale esigenza di collaborazione tra due forze ed istituzioni estranee, ma come esigenza di vita e di esperienze co·muni all'interno di una sola istituzione. Questa consapevolezza era dietro la formula dell' « unità laica delle forze » che avrebbe rotto le incrostazioni dell'anticlericalismo e del confessionalismo, pesante eredità storica, che tiene il nostro Paese fermo sulla soglia dello Stato moderno. I cattolici impegnati nel n1ovimento studentesco hanno ufficialmente rinunciato a questa cc occasione » che si apriva ricca di possibilità di sviluppo per la nuova generazione cattolica e per la vita politica italiana. In questa scelta essi hanno avuto originalità ed iniziativa. Si sono uniformati alla « realtà » del Paese: e cioè. l'unità politico-organizzativa dei cattolici in quanto tali. All'interno poi della problematica del movimento studentesco per la riforma della scuola, nel momento di più acuta contrapposizione tra Intesa e U.G.I., essi giunsero a teorizzare l'unità culturale dei cattolici, motivo questo (finalmente sufficiente!) di rottura e contrapposizione alle forze laiche. La scuola italiana è in rovina, ammettevano i cattolici dell'Intesa, ma la crisi è di cultura: non è il divorzio tra Stato e scuola per colpa di governi insensibili, ma al contrario è il fallimento di una tradizione culturale, alla quale bisogna sostituire una cc nuova » cultura. I giovani cattolici avrebbero fatto perciò degli 00.RR. il centro di una battaglia per il rinnovamento culturale della Università italiana: questa diagnosi e questa volontà avrebbero giustificato la presenza organizzata dei cattolici nel movimento studentesco. Ma l'Intesa si è negli ultimi due anni convinta della necessità di uscire da questi schemi e di assumere una coerente iniziativa politica: su questa base minima la possibilità di collaborazione con l'U.G.I. ha acquistato forza e prospettiva di sviluppo negli Organismi della Rappresentanza studentesca. Ma è evidente che una siffatta collaborazione deve essere ispirata ad una costante volontà critica rispetto ai propri compiti, alla propria autonomia. Da tale punto di vista non va dimenticato che le forze che si coagulano nella Intesa sono psicologicamente e sociologicamente legate ad organizzazioni di enorme peso politico nella vita pubblica italiana. Il rischio che qtiesto stretto legame possa fare dell'Intesa stessa soltanto un esecutore tra gli universitari Bibloteca Gino Bianco [52]

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