Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

ed incapace di cogliere il senso reale dei problemi e delle altèrnative de] movimento studentesco. D'altra parte l'Intesa sarebbe squalificata dall'avere accettato questo tipo di collaborazione. I due gruppi tradizionalmente impegnati nella vita della Rappresentanza dovevano chiedersi se ciascuno di essi - non diciamo contro) ma senza l'altro - potesse sopportare la responsa• bilità di guidare tutto il movimento studentesco nel suo cammino così irto di ostacoli, senza disperderne il patrimonio ideale o snaturarne gli obiettivi. Si trattava di auto-giudicarsi, e non in astratto: ciò che doveva fare per primo il gruppo maggioritario dell'Intesa. La pietra di paragone era nelle cose che la Rappresenta11za ha realizzato, in quelle che non ha potuto realizzare nel ciclo dell'ultimo anno, in quello che è stato l'apporto dei gruppi non solo all'UNURI, ma nel quadro generale della Rappresentanza. L'alternativa che tagliava corto a tutti i tatticismi ed opportunismi fu posta in chiara evidenza nella relazione di Pannella: o la prospettiva della collaborazione come conseguenza di u11 complessivo giudizio negativo sulla sufficienza di ciascun gruppo dinanzi alla responsabilità di dirigere da solo il movimento studentesco; o il libero e normale gioco democratico delle maggioranze e minoranze alternantisi negli organi responsabili della Rapprese11tanza studentesca. L'Intesa ha scartato la seconda ipotesi, optando per una prospettiva di collaborazione. La scelta dell'U .G.I. era implicita nella impo• stazione stessa del Congresso. E la scelta verte su di una prospettiva, non tout-court sulla collaborazione. Infatti la collaborazione all'UNURI e negli 00.RR. non è nuova, ma piuttosto di un nuovo tipo; cioè svincolata, dalla tattica, dall'opportunismo; e legata ad una visione politica generale della Rappresentanza. D'altra part~ nell'ambito di quella prospettiva si giustifica, anzi si prest1ppone,. il confronto costante delle tesi e delle volontà politiche che possono vivificarla e renderla operante. Di qui l'esigenza di un doppio discorso: l'uno sulla validità delJa prospettiva) l'altro sui termini attuali della collaborazione. Finora l'Intesa e l'U.G.I. si sono dichiarate d'accordo su di un programma di azione, no11 solo in linea di principio, ma come proseguimento ed approfondimento di un lavoro già iniziato. * * * È stato scritto che l'accettazione di questa prospettiva da parte della Intesa è stata resa possibile perchè l'U.G.I. ha abbandonato l' « anticlericalismo ». Il vizio di questa affermazione sta innanzi tutto nell'adottare un vecchio schema polemico come metro di giudizi politici attuali. C'è l'anticlericalismo giacobino che si sostanzia di grossolani motivi di polemica religiosa e di costume, più che di ragioni laiche; non è certo di questo che si può accusa:e in sede politica l'U.G.I., ispirata sempre da opposti motivi ideali. Se per [50] Bibloteca Gino Bianco ..

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