Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

L'esperienza dell'ultima giunta di collaborazione, guidata da Marco ..Pannella, aveva fatto rilevare queste insufficienze e discontinuità, come i difetti fondamentali che avrebbero impedito alla Rappresentanza di proporsi nell'Università e nel Paese come forza autonoma e democratica, politicamente e gi11ridicamente riconosciuta, capace di inserire gli studenti italiani nella problematica e nel quadro dello stato democratico. Alla luce di questa diagnosi l'U .G.I. proponeva ai cattolici una prospettiva di collaborazjo11e stabile perseguibile in tutta la Rappresentanza (orga11i nazionali e organi locali), avendo come presupposti ad obbiettivi fondamen• tali: la piena autonomia del movimento studentesco (e per esso dei due gruppi che concorrono alla sua direzione); la comune accettazione del terreno politico su cui la Rappresentanza si è mossa nei tempi più recenti; lo sviluppo della relativa piattaforma programmatica per la riforma della scuola; la difesa della scuola di Stato. Nell'accettazione di questi princìpi i gruppi dell'Intesa e dell'U.G.I. hanno, di fatto, chiuso il Congresso con un impegno unitario: auspicio di sicuro rafforzamento del movimento studentesco, se non mancherà l'energia necessaria a sorreggere ed attuare gli impegni responsabilmente assunti. Il raggiungimento di questi risultati non è stato tuttavia pacifico. Differenti prese di posizione minacciano di negare o snaturare la validità della linea politica scaturita dal concresso di Rimini. Già in sede congressuale, all'nterno dei gruppi 1naggioritari, si levarono voci discordi e contrastanti. Le scelte dell'U.G.I. e la conseguente impostazione del congresso mostrarono cli poter dar luogo a tre ordini di giudizi contrari: a) l'U .G.I., proprio nel momento in cui l'ipoteca clericale si rafforzava nel Paese, abdica ad una necessaria battaglia di princìpi per la rigida difesa del laicismo contro tt1tte le organizzazioni politiche dei cattolici, legate alla stessa dinamica integralistica; b) la scelta in senso collaborazionistico dell'U.G.I. è determinata da puri motivi tattici; c) la prospettiva di collaborazione è resa attuale e attuabile per l'abbandono da parte dell'U.G.I. della sua vecchia aspirazione cc anticìericale ». Questi ultimi due giudizi sono peraltro sorti (e l'ultimo è stato affermato ufficialmente in un articolo post-congressuale di cc Ricerca ») in seno all'Intesa. È evidente che se i risultati del Congresso fossero realmente interpretabili a questa stregua, incorrerebbero in un grave giudizio negativo per viLi di tatticismo e di errata impostazione politica, almeno da parte dell'U.G.I. Nell'U.G.I., la voce polemica, trasformatasi in aperta opposizione congressuale, e poi addirj ttura in rottura col gruppo goliardico, è stata segnatamente quella di Paolo Ungari. Si trattava di una posizione cc anticlericale? )'. A noi pare che il maggiore difetto non fosse soltanto questo, ma anche l'inattualità di alcuni presunti ca11oni liberali. Il punto di partenza era identico per f48l BiblotecaGino Bianco

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