zioni di regime· avrebbero raccolto tutti i frutti. Con quanto vantaggio della stabilità democratica del paese è facile immaginare: l'assenza di un ricambio alle forze che sostenevano la politica di riforme e di costruzione europeistica avrebbe a lungo andare rallentata e messa in pericolo questa politica medesima. · Tuttavia la scelta centrista non era la scelta di una politica chiusa, <li una politica di immobilizzazione delle forze politich.e italiane. Al contrar io l'isolamento della sinistra estrerna era il solo accorgimento possibile per recuperare quell'ala del socialismo frontista che avesse ancora una vocazione conforme alle migliori tradizioni del socialismo italiano, una vocazione de mocratica. Se Nenni ha potuto iniziare un riesame delle sue posizioni ed un'analisi della politica del PSI dal 1947 ad oggi; se una parte del suo partito si è riconosciuta in un socialismo che rifiutasse insieme il massimalisn10 e il frontismo e riconoscesse il valore delle lezioni della più avanzata socialdemocrazia europea, ciò è potuto accadere non solo perchè il PSDI ha tenuto fermo e difese le ragioni del socialismo democratico, ma anche perchè la politica centrista ha creato nella società italiana di questo dopoguer- . ra le premesse di un siffatto movimento. E se al lato opposto dello schieramento politico italiano le destre tra il '52 ed il '56 sono entrate in crisi, se la loro spinta sovversiva ha perso di slancio e si è degradata a trasformismo, a pittoresco folklorismo e a grossolano affarismo, ciò è accaduto non soltanto per la poverta intrinseca, per l'approssimatività e grettezza degli ideali e dei programmi dei partiti monarchici e neofascista, ma anche perchè gli obiettivi progressi del paese spuntavano le armi della critica nelle mani dei pittoreschi oratori del nazionalfascismo 1957. Le elezioni amministrative del 1956 mostrarono abbastanza chiaramente le modificazioni intervenute nelle correnti di opinioni del paese: e se i risultati delle elezioni parziali successive, soprattt1tto del maggio di quest'anno, sono sembrate rovesciare in parte i trends che si erano 1nanifestati l'anno prima, non è difficile individuare negli avvenimenti degli 11lti1ni sei mesi le ragioni di tale rovesciamento. l\1a questo è un discorso cl1e ci porterebbe molto lontano e che va fatto perciò separatamente. Che cosa è mutato, dunque, che renda superate le impostazioni e le soluzioni della scelta centrista e che possa indurre i laici del centro-si11istr;:1 alla eventuale ricerca di nuove alleanze? Certamente non i problemi che si sono indicati di sopra e neppure la loro priorità: le programmazioni di politica economica si sono fatte più articolate e vaste, hanno in qualche punto raggiunto una maggiore armonicità e compattezza, ma non sono nelJ;1 sostanza mutate. L'esigenza di unificare le due aree dell'economia italiana (nella localizzazione orizzontale e in quella verticale), di una politica di sviluppo integrale concepita in tutte le sue articolazioni, dagli interventi nelle [42] BiblotecaGino Bianco
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