Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

di una politica estera democratica ed europeistica, chiudendo il centro alle infiltrazioni sovversive. L'accordo con la Democrazia Cristiana era possibjle su quei problemi di fondo della vita economica e della politica internazionale del paese la cui soluzione era ormai indilazionabile e che potevano costituire essi stessi, per la loro natura intrinseca, un argine alla tentazione integralistica. L ·ascia della guerra santa tra cattolici e laici, tra clericali ed anticlericali, veniva sotterrata: e la partecipazione di forze laiche alla direzione della cosa pubblica con la DC doveva essere una ulteriore garanzia contro un eventuale regime clericale. Molti uomini all'interno della stes5a DC chiedevano una siffatta garanzia. Certo la politica centrista che pure aveva indicato le questioni più rilevanti e le soluzioni più corrette non si svolgeva in condizioni ideali: anzi si può dire che essa si sia svolta in condizioni assai difficili. Il fatto che per alcuni anni la DC avesse la maggioranza assoluta rendeva alquanto precarie le posizioni del centro laico, pur se aveva in sè il beneficio di rendere inutilmente costosa pei medesimi democristiani un'eventuale svolta a destra. E quando più tardi, a partire dal 1953, la DC non ebbe più la maggioranza assoluta, e l'appoggio del centro e del centrosinistra laico divenne determinante, si era avuta u11a ulteriore evoluzione: da una parte, cioè, le posizioni della destra si erano di molto ammorbidite (il nazionalismo balordo e provocatorio fu messo in soffitta, e i monarchici, e perfino i neofascisti, divennero sostenitori dell'atlantismo; la lunga opposizione, se aveva giovato elettoralmente, aveva sfiar1cato la resistenza di uomini a incontenibile vocazione clientelistica); dall'altra il relativo consolidamento delle istituzioni repubblicane, rendendo del tutto anacronistica la prospettiva di una restaurazione, faceva apparire meno inverosimili le pos ibilità di una alleanza. Il Governo Pella doveva occuparsi di dimo trare che all'occorrenza un monocolore poteva aprir la corsa alla qualificazione e avere i voti di tutti. In una siffatta situazio11e le pos ibilità dei laici di determinare la politica del governo erano minori di quel che si potesse pensare. Ma il fatto più grave, quello cl1e più aveva dimidiato la forza dei laici (li centro e di centro-sinistra era stata l'involuzione frontista del socialismo italiano tra il '47 ed il '.53. Questa involuzione non soltanto aveva accresciute le forze dei comuni ti, non solo aveva con entito loro un più agevole reclutamento di ceti radicalizzatisi, ma aveva aumentato il numero dei votj congelati all'estren1a sinistra e sottratti perciò ad una coerente politica democratica. E di più, dal momento cl1e tutti i partiti democratici erano più o meno direttamente impegnati al governo, e perciò oggetti ad un inevitabile logoramento, il frontismo del PSI aveva eliminata ogni possibilità di recupero democratico dei voti che si sarebbero staccati dalle formazioni impegnate al governo: in assenza di una opposizione democratica, le opposi- [41] BiblotecaGino Bianco

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