si erano per un tempo incarnati li aveva essa per prima ed essa s·oprattutto vilipesi e traditi; e non si era perciò potuta sottrarre alla terribile legge storica che travolge inesorabilmente gli individui e gli istituti che spezza110 da sè la loro molla vitale, che da sè distruggono la loro ragion d'essere. Nella Repubblica duravano, o per meglio dire, dovevano durare quegli ideali di rivoluzione e di permanente edificazione di uno Stato moderno che si sono detti. E tuttavia i democratici laici si trovavano ad avere innanzi come il }Jiù forte partito italiano quello della Democrazia Cristiana, quello cioè dei cattolici che come tali erano stati estranei e talvolta addirittura contrari alla rivoluzione risorgimentale e che per più decenni si erano tenuti in disparte dalla vita dello stato unitario. Un partito complesso e composito, nel quale erano approdati gli ultimi avanzi del più tradizionale trasformismo, ma nel quale coesistevano progressisti, conservatori illuminati e ottusi reazionari, uomini segnati profondamente dal pensiero liberale e democratico ed uomini percorsi da fremiti integralistici, con l'aggravante che talvolta i giovani progressisti vagheggiavano soluzioni d'integralismo cattolico ed erano i vecchi centristi a sentirsi partecipi del pensiero liberale. Un partito che per la sua matrice ideologica aveva problemi di definizione dei suoi rapporti con la Chiesa, prima ancora che di definizione dei rapporti fra Stato e Chiesa e che tentava di colmare la sua deficienza di una concezione dello Stato moderno come stato di libertà con le rivendicazioni sociali quando non addirittura con residui corporativistici. Un partito, finalmente, stupito esso stesso delle sue maggioranze, scarsamente consapevole d.elle sue opacità, privo della tradizione di sentirsi sinteticamente rappresentativo dell'intero paese, come smarrito innanzi allo schermo invisibile e tuttavia presente e concreto che gli impediva ciò: e perciò portato, per l'impossibilità di essere il paese, ad abbandonarsi alla tentazione di occuparlo per tenerlo. La necessità della difesa delle istituzioni democratiche imponeva l'isolamento dei comunisti e delle destre sovversive; la necessità di programmare uno sforzo sul piano della politica economica che tenesse conto delle effettive esigenze sociali del paese portava di conseguenza l'urto con la destra economica variamente carnuffata; le ragioni di una politica estera democratica ed europeistica accrescevano vieppiù il distacco dal nazionalismo retorico e velleitario della destra nostalgica, dal neutralismo socialista e da 1 cominformismo comunista; le tradizioni storiche e la composizione attuale del partito della Democrazia Cristiana ponevano l'esigenza di una difesa puntigliosa dello Stato moderno come stato di diritto e di libertà. Tali erano i problemi e tali erano le forze con cui gli uomini del centro-sinistra laico erano confrontati: nel clima prodotto dai conflitti tra le contrastanti esigenze nasceva la scelta centrista. La quale consisteva nel porre mano a realizzare le prime e più urgenti riforme economiche, nell'instaurare le basi [40] BiblotecaGino Bianco
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