utenti, stanno da soli a dimostrare la funzione-chiave che ,avrà l'Euratom nell'approvvigionamento dei combustibili nucleari. Ma i problemi dei combustibili non si limitano soltanto a quello della fornitura. L'uranio, sia naturale che ,arricchito, prima di essere utilizzato, deve essere trasformato jn elementi combustibili; e dopo l'utilizzazione, deve generalmente subire un trattamento in impianti chimici, allo scopo di permettere il recupero dei costosi prodotti fissili rimasti nel combustibile sfruttato. Queste d~e operazioni richiedono impianti che servano parecchi reattori nello stesso tempo, e che non potrebbero essere costruiti a condizioni economiche dai singoli Paesi per parecchi ,anni, mentire sono resi possibili sin da ora su scala europea. L'Euratom potrebbe costruire anche gli impia11ti di separazione isotopica per produrre l'uranio arricchito; ma il Rapporto lo sconsiglia. In primo luogo, perchè si può ottenere dagli USA tutto l'uranio arricchi~o necessario, a prezzi molto più bassi di quelli che sarebbero realizzabili in Europa. In secondo luogo, non si sa, fino a che punto, in avvenire, ci sarà un elevato fabbisogno di uranio arricchito: sia per le prospettive offerte dai reattori rigeneratori. (che producono più materiale di quanto ne consumino); sia per le crescenti prob.abilità di utilizzare a fini industriali il plutonio. Ma qual'è il rapporto tra il costo dell'elettricità pròdotta dai reattori nucleari e quello dell'energia ottenuta dalle centrali alimentate a carbone e a petrolio, che si dovranno costruire, se non si sceglieranno le centrali nucleari? Si tratta di un calcolo assai difficile, data la scarsa esperienza che si ha dei reattori applicati all'industria; bisogna prendere in considerazione fattori complessi, perchè le spese d'impianto sono assai più forti nelle centrali nucleari, mentre il costo dei combustibili è basso (meno di metà dei costi di combustibile negli impianti classici). Ma, nelle centrali nucleari i cost1 seguono una cu1 rva discendente, poichè i costi di esercizio, alti all'inizio del funzion.ameHto, scenderanno negli anni successivi, fino a toccare un limite al momento di stabilizzazione delle condizioni di esercizio. Al contrario, è prevedibile che il costo dei combustibili classici va(l1 aumentando continuamente; e si tratta di un combustibile che in prevalenza deve essere importato da mercati a moneta pregiata e da zone politicamente assai instabili. Problema, quest'ultimo, che non dovrebbe esser~ ignorato dai produttori di elett•ricità. f33l BiblotecaGino Bianco
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