Durante il secolo XIX, il carbone, prodotto in abbondanzla ed a buon mercato, permise di centuplicare l'efficacia dello sforzo umano e fece dell'Europla << l'officina del mondo». Ma l'importanza crescente assunta dal petrolio come fonte di energia negli ultimi 50 anni, ed il suo progressivo sostituirsi al carbone nei settori chiave dell'economia moderna, coincise con (e certamente in parte determinò) l'impoverimento relativo dell'Europa e . con lo spostarsi del centro di gravità della economia mondiale in paesi extra• europei, sopratutto negli St.ati Uniti. Fino al punto che, negli ultimi cinque anni di espansione economica del dopoguerra, l'Europa ha scoperto, quasi all'improvviso, che la sua situazione di privilegio economico si era completamente modificata; e che un nuovo fattore condiziona oggi tutto il s110 avvenire: la penuria di energia, che minaccia di rappresentare un grave freno allo sviluppo economico. La possibilità di sfruttare a fini industriali l'energia nucleare può costituire una svolta decisiva per l'Europa, arrestando l'attuale processo di deca~ denza economica, che si tr~duce del resto in cifre inconfutabili. Nel 1913 i paesi europei ad occidente dell'Oder rappresentavano circa il 45% della produzione mondiale; nel 1937 tale percentuale era caduta a circa il 34 %, fino a toccare, nel 1955, il 25 %-Negli ultimi q~arant'anni la produzione industriale mondiale si è più che triplicata, mentre quella europea si è appena raddoppiata. Se da queste cifre generali si passa a quelle energetiche, si constat,a che, quantunque i sei Paesi della CECA estraggano oggi più carbone di quanto ne producesse il mondo intero nel 1870, essi non rappresentano che il 15 % della produzione energetica mondiale. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, le importazioni energeticl1e dei nostri sei Paesi costituivano soltanto il 5 % del loro fabbisogno totale. Oggi esse sono salite la circa la quarta parte delle loro risorse d'energia, vale a dire l'equivalente di 100 milioni di tonnellate di c,arbone, in gran parte petrolio importato dal Medio Oriente. Le vene carbonifere da coltivare divengono sempre più profonde e le condizioni di lavoro più difficili (siccl1el'aumento della produzione di carbone avviene a ritmo sempre più lento); le risorse idroelettriche sono in gran parte già sfruttate; le possiilità offerte cl.alpetrolio e dal metano sono lungi dal poter soddisfare il nostro fabbisogno. Gli esperti prevedono perciò che [29] BiblotecaGino Bianco
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