. dal capriccio della moda, dall'attore di varietà al più o meno pazzo o dannato messìa di questa o quella rivoluzione poetica, hanno ricevuto patenti di intellettuale, ed hanno portato un tocco di frivolezza francamente lugubre in gran parte delle manif esiazioni con cui la nuova organizzazione della cultura di massa ci si è prese11tata: dai «fronti» di sinistra, alle premiazioni, alle inaugurazioni varie. Ma quale che sia oggi questo personale, è chiaro che noi dobbiamo pretendere che esso evolva a vera dignità prolfessionale; e perchè ciò avvenga debbono essere assicurate due condizioni: che esso venga selezionato in maniera professionalmente seria, e che ad esso venga assicurata quella libertà (è inutile ricordare quali sono le condizioni di assunzione e mantenimento del <<posto» nelle industrie culturali) per cui si possa da essi pretendere una piena responsabilità morale e politica. Poichè, in definitiva, non si vede come, nella nuova società che si va formando, il necessario ricambio fra masse e classe dirigente politica, fra vita del pensiero e vita economica e politica, possa essere assicurato altrimenti che mediante il consolid.amento di una classe intellettuale. Nè si vede perchè dobbiamo rassegnarci a considerare i professionisti dell'educazione, informazione, ecc. come strumento di decadimento della cultura anzichè per quello che essi dovrebbero veramente essere, e cioè classe depositaria di tradizioni di cultura. L.a rivoluzione ungherese ha ben dimostrato che la classe depositaria degli strumenti di cultura è pur sempre - quale che sia stato il suo temporaneo asservimento - la custode di armi del pensiero che sono le prime a promuovere la caus1 a della libertà; la quale ha sempre trovato fra gli intellettuali i suoi primi combattenti. Oltre che dei vizi di origine snobistica ed estetizzante a cui abbiamo accennato, la definizione dell'attuale classe intellettuale ha sofferto dell' opposto influsso della concezione marxistica, per cui si considera virtualmente intellettuale qualsiasi tecnica non manuale: col risultato che il livello di quest.a classe, quale si presenta oggi, è determinato da una situazione inflazionistica che lo rende culturalmente, più ancora che basso, effimero. Mentre in realtà l'organico di una classe intelletuale, seriamente selezionata ed efficiente, non si presta - per impressionati che si possa essere dalle proporzioni delle industrie culturali di massa - ad essere molto vasto; e non può esserlo, proporzionalmente, più di quello dell'antica classe dei professionisti. Abbiamo già fatto troppe .distinzioni per imbarcarci in una analisi di quella che corre fra r odierno concetto di tecnico e quello di intellet- [24] BiblotecaGino Bianco
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