giorni) fanno a gara ora a cl1i trova lo slogati più piatto per la televisione. E dinnanzi ad una realtà così tangibile ci si domanda perchè - è ciò cl1e il dibattito a cui ci rif eri.amo ha utilmente messo in luce - la cultura laica continui a par lare alternativamente dell'intellettuale come dell'uomo di scienze e di lettere di cui si deve rivendicare la libertà e creativita, o come del chierico che ha tradito perchè si è lasciato strumentalizz.are in u11aattività politica o industriale. Questo significa porre in termini moralistici alquanto astratti quella che è ormai una questione del tutto pratic.a. E cioé: vogliamo riconoscere che sotto l'etichetta di intellettuale la società moderna riconosce una nuova classe professionale? Che con la qualifica di intellettuale non si intende più porre ai tecnici della propaganda politica o della cultura di massa la misura, ad essi estranea, e riserbata a pochi, della individualità creativa, bensì piuttosto richiamarli alla coscienza che per essere strumenti efficienti non debbono essere strumenti passivi, ma garantire la loro dignità professionale col senso individuale della responsabilità morale e politica? I motivi per cui la cultura laica non è sinora giunta a questa chiarificazione di terminologia, che è poi in definitiva sociologica e politica, sono abbastanza evidenti. Il primo fra essi è rappresentato dalle esigenze imposte dalla polemica contro la concezione dell'intellettuale «impegnato~), ossia contro il brillantissimo compromesso di cui il comunismo dell'epoca d'oro staliniana si servì per acclimatare, con la debita grad11.alità,nel mondo occidentale, il sistema di strumentalizzazione della cultura prettamente sovietico: un sistema che alla tir.annìa relativa della meccanizzazione indu-- striale sovrapponeva quella assoluta di una concezione totalitaria. Un sofismo quietistico come quello dell' << intellettuale impegnato>>, che riveste la propria strumentalizzazione di un.a sorta di mistica comunione col reale, cl1e è poi rinunzia ad ogni opera libera e creativa del pensiero, chiedeva necessariamente che si po esse l'accento innanzi tutto sulla rivendicazione della libertà dell'uomo di 5cienze e lettere, contro ogni pretesa di stru- . mentalizz.azione. Dove la cultura laica ha mancato è stato nel momento in cui da questa necessaria rivendicazione di princìpi morali, contro una ideologia che 11ega, nella libertà dell'.arte e del pensiero, la libertà stessa dell'uomo, avrebbe dovuto procedere ad una propria impostazione economico-politica del problema sociologico moderno che i comunisti risolvevano nei loro [21] BiblotecaGino Bianco
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