Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

La funzione del pubblicista di Elena Craveri Croce Nel marzo scorso il Circolo Repubblicano di Cultura tenev,a il suo primo dibattito sulla più tipica fra le molte questioni di terminologia la cui incerta definizione è fonte continua di •equivoci nel discorso corrente: che cosa intendiamo, oggi, per <<intellettuale »· La parola « intellettuale >> ha infatti tuttora mantenuto, per la cultura laica, una ambivalenza che si giustificava forse in quelle condizioni culturali ch•e si possono considerare superate con l'ultima guerra, ma che oramai non corrispon·de più ad un atteggiamento psicologico attuale. Il significato della parola <<intellettuale » assumeva tutte le sfumature che vanno dal positivo al negativo, non solo a seconda di chi la pronunciasse, ma dell'accento che di volta in volta la sottolineava (caric.andosi, cioè, alternativamente, dell'odi et amo del <<borghese» per i valori culturali, quanto dell'orgoglio e scetticismo dell' «intellettuale» stesso nei confronti della propria fu11zione nella società). Questa appunto è l'ambivalenza della parola, riflesso di quella polemica ·antiborghese a sfondo estetizzante che per un cinquantennio circa è stata la componente del nostro costume culturale; ma che oggi, ripetiamo, non ha più .alcuna giustificazione. Oggi non sussistono più le condizioni per cui ad una borghesia che ha complessi di attrazione e repulsione verso la cultura si contrappone un mondo di torri d'avorio e di chiostri accademici in cui si coltivano, nei confronti della borghesia, gli stessi complessi; la cultura cosiddetta borghese ha ceduto il posto ad una cultura di massa la quale l1a già bell'e compiuto il suo processo egemonico, poiché ha quasi interamente strumentalizzati come tecnici gli intellettuali delle antiche torri d'avorio ecc. Gli stessi intellettua]i che ieri scrivevano poesie ermetiche (la satira di costume lo nota tutti i [20] BiblotecaGino Bianco ..

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