Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

diati riflessi e dato luogo a più originali problemi. Tali zone furono aiutate dal centro in modo p.articolare, attraverso speciali « gruppi di lavoro>> all'uopo costituiti ed inviati di urgenza. A Napoli i risu1tati di tutto questo sforzo sono stati forse gonfiati al di là della loro effettiva consistenza; piu secondo quelle che erano le aspettative, e sono tuttora le inte11zioni cisline, che secondo la realtà. Ma certamente si tratta di risultati che non sono affatto trascurabili e che, per quanto ci risulta, si sono imposti, al di là di certe gratuite ironie, alla stessa CGIL. A noi consta, inoltre, che è stato appunto questo sforzo organizzativo a dar modo alla CISL di procedere ad una notevole revisione dei suoi atteggiamenti in sede locale, se non in tutte, in molte pro,vince meridionali. Ciò in particolar modo nelle camp,agne, dove l'immissione nell'apparato cislino dei giovani usciti dalla scuola di Firenze è stata una con•dizione imprescindibile di successo nel momento in cui la Confederazione si è decisa a rompere il vecchio, provvisorio equilibrio con i <<notabili>> e a passar dalla fase di << diffusione protetta », o di diffusione ad ogni costo, alla fase di diffusione spontanea, o di diffusione obbediente alla reale dinamica della lotta politica e sociale: il che è accaduto proprio nel periodo del convegno ed in evidente connes- . s1one con esso. D·al punto di vista sindacale, la CISL ha compiuto importanti ammissioni sulla vita di un organico accomodamento dei suoi punti di vista alla realtà sociale del nostro paese in genere e del Mezzogiorno in particolare. Pur restando fermi alla concezione del sindacato come organo di difesa e di rivendicazione dei lavoratori occupati, si è tuttavia affern1ata la necessità di tener conto dell'ambiente nel quale si opera e di tradurre questa preoccupazione in un piano di rinnov,amento economico e sociale che interessi tutte le forze del lavoro. Di conseguenza, il convegno napoletano ha mirato a definire la posizione della CISL nei confronti della politica di intervento dello Stato nel Mezzogiorno; e lo ha fatto ispirandosi ad un atteggiamento critico ben diverso dalla posizione di incondizionato appoggio tenuta negli anni decorsi. Gli accenni più critici sono stati riservati, sia nelle relazioni confederali che nel susseguente dibattito, alla riforma agraria ed agli Enti ad essa preposti, ,ai quali si è chiesto un organico collegamento della loro attività con quella della Cassa, una rapida esecuzione delle opere jalle quali essi sono interessati, una piu sincera comprensione ed un più valido aiuto al movimento cooperativistico ·ed una maggiore [14] BiblotecaGino Bianco

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