te a ricostruire quest'animo popolare, i suoi moti, la sua sensibilità, le sue idee nel loro lento nascere e snodarsi, trad ucendole in una lingua piana, elementare, eppur civilissima, che a noi sembra addirittura esemplare. L'apparente dimesso tono cronachistico delle vicende narrate, con i personaggi che in esse prendono corpo, e in primo piano la ciociara, così monoliticamente logica nella sua elementare e rigorosa economicità che si slarga verso un afflato etico, è proprio l'opposto di una inerte registrasona non è quella panacea che ritiene~ ~1oravia. E non sen1pre inoltre la capacità dell'autore di tradurre le idee e i problemi in sentimenti elementari raggi unge gli stessi risultati. E così se è ammirevole la resa << elementare » dei problemi della giustizia e della libertà, (pp .. 246-7), l'insorgere della coscienza nazionale nella ciociara dinanzi alle foto-souvenir scattate dagli alleati per immortalareil << colore >> italiano, lo è molto menO' (p. 311). Ma soprattutto è da indicare come limite primo dell'architettura del rozione delle oose, ossia una vitale co- manzo un affrettatissimo finale con quel struzione umana. ritorno alla purezza di Rosetta, la figlia. Ma ciò non ci impedisce di scorgere i difetti di una siffatta costruzione. C'è un intellettuale nel romanzo, Michele, uno sfollato anche lui, che fa da iniziatore di Cesira e di sua figlia al mondo dello Spirito. Bene ha detto Pampaloni, recensendo sull'Espresso quest'ultimo Moravia, che sarebbe gratuito ricordarsi qui del pro .. tagonista degli / ndiff erenti: mera coinci· denza e nulla più. 11a, se è pacifica questa esclusione, per spiegarsi la scarsa validità del personaggio, a nostro avviso, è legittimo richiamare un'altra parentela: quella con gli intellettuali di Silone e non del miglior Silone. Tutti i loro difetti sono presenti in Michele: il tono predicatore che sembra sfiorare continuamente il falso e l'insincero, le esibizioni da prete laico, da folle ispirato che legge il Van• gelo al popolo (v. la lettura dell'episodio di Lazzaro, con tutta una complicata si1nbologia che dovrebbe essere chiarificatrice, p. 162 sgg.), e così via. Sembra esserci la scusante che tale è l'intellettuale quale lo può vedere una ciociara: in realtà è questa un'altra prova che la prima perdella ciociara << marocchinata >>, dopo il violento destarsi dell' erotisn10 in lei per effetto della violenza subìta: ancor più miracoloso della resurrezione di Lazzaro,. il passo del Vangelo che Michele pretendeva di leggere ai contadini. Ma la citazione di questo episodio (congiunta al ricordo del provvedimento che la Questura di Roma ritenne di dover prendere contro quel numero di Nuovi Argomenti, in cui apparve in primo capitolo di questo romanzo), potrebbe generare l'idea che ancora una volta Moravia abbia indulto eccessivamente a quella incandescente materia erotica, ali1nento pri· mo di tutta la sua arte. Senza tema si può affermare che è vero l'opposto. È scon1parso persino, o si è di molto attenuato, quel suo puntiglioso voler indovinare i corpi sotto gli abiti, che non era poi se non l'aspetto più vistoso del suo impietoso n1oralismo: non accettare << che una cosa presuma darsi per un'altra » (Flora). Insom1na un mondo, questo dell'ultimo, [127] BiblotecaGino Bianco
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