realtà, con cui la Morante si è incontrata, ha operato una prestigiosa trasfigurazione. Esso ha conservato a pieno 1a sua alta qualità letteraria e il suo nitor~, ma, felicemente, è venuto stemperando -quella aulicità un po' compiaciuta (che era il suo più immediato interno peri .colo) per assumere, con dei felici innesti dialettali, una nuova dimensione, un nuovo respiro. In un contesto così << colto '>, -come è il periodo della Morante, accanto .alle belle e desuete aggettivazioni, terminj e locuzioni come << pazziando » o << guaglione » o << me n'hai fatto scuordà >> o << sfruculiando », più che apparire delle intrusioni, acquistano un nuovo, piacevole -sapore. E· quelle cadenze poetiche, che furono notate nella grossa mole di Men- .zogna e sortilegio -- e per le quali fu adoperato addirittura l'aggettivo << tassesco » - qui diventano dei felici momenti lirici che affiorano, di tanto in tanto, mirabilmente: naturali soluzioni poetiche di robusti, perché meno massicci, . . . supporti prosast1c1. Nelle ultime pagine de L'isola di Arturo sta per scoppiare la seconda guerra mondiale; filtrato attraverso la vena par· ticolare dell'arte della Morante, questo ci semb'ra un avvenimento non dissimile da quelle lotte fra mori, califfi, pirati che inebriavano l'animo di Arturo. Ma, a ricordarci che questo suo collocare avveA. MoRAVIA, La Ciociara - Bompiani, Milano, 195i. << Scrittore senza storia », e cioè senza ,divenire, dice di Moravia un noto ed ormai vecchio giudizio che, se quando fu nimenti << reali » in una di1nensione fantastica è solo una « convenzione >>, provvede l'autrice, e nel suo esplicito modo, ancora inopportunamente autocritico. Basta un periodo come il seguente a dissolvere la suggestione delle belle pagine finali: << Forse, la nostra natura ci porta a considerare i giochi dell'imprevisto più vani e arbitrari, troppo, di quello che so no. Così, ogni volta, per esen1pio, che in un racconto, o in un poema, l'imprevisto sembra giocare d'accordo con qualche segreta intenzione della sorte, noi volentieri accusiamo lo scrittore di vizio romanzesco >> (p. 364 ). E si ricordi anche come caso-limite di << convenzione » letteraria, quel continuare a scrivere N .. o Nunz. invece di Nunziatina, sino alla fi .. ne, per ottemperare all'impegno preso fra sé e sé da Arturo di non pronunciare per esteso l'amato-odiato nome della matrÌgna, anche quando la realtà dei sentimenti di Arturo quell'impegno l'ha violato da un pezzo. Inso1nma quella caratteristica che è insieme il dono e il limite della Morante - la << naturale» dimensione letteraria della sua verità, le passioni non vissute ma << recitate e cantate» (Cecchi) -- si risol e ancora una olta nell'impedin1ento più grave perché ,la sua alta letteratura di venga semplicemente pura e con1mossa . poesia. formulato - è del 1945 ed e di Luigi Russo - pareva presentare una notevole carica di vero, col passare del tempo, ossia con le opere che dal '45 il Moravia ha prodotto, è venuto via via smarrendola completamente. La definitiva condanna fl25] BiblotecaGino Bianco
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