Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

blema che si ripropone periodican1ente all'attenzione dell'opinione pubblica d'oltre oceano. Sia i progressisti che Franklin D. Roosevelt si erano trovati ad urtare ontro il legalis1no conservatore della Corte Su- ' . . . prema: mentre pero 1 progress1st1 avevano subito impostato il problema in termini di largo respiro, chiamando in causa lo stesso principi9 dell'illimitato potere di controllo costituzionale delle leggi da parte della Corte Suprema, principio che pareva loro antidemocratico, in quanto rappresentava una seria interferenza di un corpo non elettivo nell'attività legislativ3 dei rappresentanti popolari; e mentre i progressisti si erano proposti di .rimediare alla difficoltà mediante una revisione costituzionale che modificasse a fondo il princ1p10 con l'introduzione del << recall » da parte degli elettori delle decisioni gi udiziarie: Franklin D. Roosevelt interpretò tutta la questione come un contingente conflitto politico al quale tentò rimediare con un mero stratagemma, che del resto non gli riuscì, quello cioè di nominare sei giudici addizionali quali supplenti ai giudici anziani, pretesteosamente dichiaCARLO ZAGHI: Crispi e Menelich nel diario inedi"to del conte Augusto Salimbent - Ilte, Torino - pp .. XXXVII-451 - s.p. Proseguendo nella sua infaticabile e benemerita attività di studioso, lo Zaghi offre in questo grosso e docun1entatissimo volume un nuovo, assai prezioso strumento d'interpretazione e d'indagine ai purtroppo scarsissimi cultori di quel settore rati incapaci di svolgere tutta la mole di lavoro loro incombente. Un altro elemento che secondo Hofstadter profondamente avrebbe contribuito a differenziare il New Deal dal precedente progressismo sarebbe stato il suo eccessivo pragmatisn10, l'assai minore impegno morale che lo avrebbe caratterizzato, circostanza questa non difficilmente riscontr~bile nella sua peraltro piuttosto scarsa let-· tera tura progressista, più di quella del New Deal, era sostenuta da un vigoroso• impulso morale, che assai spesso, del re-· sto, rimaneva per lo più confinato appunto ai limiti dell'espressione letteraria. Ma. questo stesso vigoroso impulso morale, che mancava quasi sempre negli scritti degli autori del New Deal, tutt'immersi nel lo- . ro pragmatismo, nella ricerca della concreta opportunità d'azione politica, lo si ritrovava proprio nel compimento quotidiano d~lla loro opera riformatrice, un' ope-- ra che usciva dall'ambito della mera tee-· nica economica e politica per modificare profondamente ed in maniera non eflin1era la stessa etica della società american3 .. A. A. della storia diplomatica italiana che con- • cerne in particolare la politica coloniale. L' A. non manca di richiamare l'attenzione e di sollecitare la preoccupazione degli storici sulla persistenza di questa << pagina bianca >> al cui riempimento documentario e critico le sue forze indi viduali, ancorchè validissime, evidentemente non bastano. Il problema merita di essere tenuto presente e la sua soluzione può for- [121] Bibloteca Gino Bianco

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